Il caso della Apple Card che assegna limiti di spesa più bassi alle donne

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La denuncia negli Usa, lo Stato di New York ha aperto un'indagine

Dopo essere stato per anni lo sciocco stereotipo sulla bocca di tutti, quello del «blocco della carta di credito per le donne» potrebbe essere una sorta di principio che anima l’algoritmo della Apple Card. Si tratta di una prepagata, la cui sperimentazione è partita negli Stati Uniti, realizzata con la collaborazione del gruppo Goldman Sachs, fatta apposta per gli utenti Apple: grazie alla carta, in teoria, i clienti saranno agevolati nella gestione della spesa su Wallet e i loro dati dovrebbero essere più protetti.



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Come funziona l’Apple Card e perché è stata criticata

Tuttavia, c’è un ostacolo che potrebbe diventare insormontabile e che potrebbe condizionare la natura stessa del progetto: secondo alcune segnalazioni, fatte anche pubblicamente attraverso canali social, la Apple Card sarebbe sessista nella concezione del suo algoritmo. Tra uomo e donna, anche a fronte di una solvibilità maggiore da parte di queste ultime, la Apple Card garantirebbe un tetto di spesa più alto per gli uomini e più basso per le donne.



La denuncia: «Apple Card è sessista»

Il primo a evidenziare questo aspetto è stato un uomo d’affari David Heinemeier Hansson, programmatore danese, che ha sottolineato come tra lui e la moglie ci fossero delle evidenti differenze riguardo al tetto di spesa. In un tweet non ha risparmiato una critica feroce all’Apple Card: «Si tratta di un progetto dannatamente sessista» – ha scritto nel suo tweet, sdoganando l’espressione.

Beffa delle beffe, anche uno dei fondatori di Apple – Steve Wozniak – qualche tempo dopo il tweet di DHH ha sottolineato che a lui e alla moglie era capitata una cosa molto simile. Goldman Sachs, tuttavia, ha tenuto a precisare, in una nota, che l’istituto non si presta a discriminazioni razziali o di sesso e che, quindi, è estranea a qualsiasi eventuale problema riscontrato in questi mesi, dal lancio di agosto fino ai nostri giorni. Ora, su quest’ultimo aspetto sta indagando la procura dello Stato di New York: una eventuale conferma di questa circostanza violerebbe la legge sulla parità dei sessi.



FOTO dal canale YouTube iJustine