Arcuri dice che app Immuni sarà utile per le vaccinazioni, ma non sa ancora come

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Una contraddizione da parte del commissario straordinario

Ci deve essere una connessione tra app Immuni e vaccino. Assolutamente. Occorre senza dubbio renderla esplicita. Tuttavia, nonostante questa connessione ci sia, non sappiamo ancora dire quale possa essere. O meglio, non lo sa dire nemmeno il commissario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri che conta di utilizzare la app progettata da Bending Spoons per tracciare i contagi in Italia, ma non sa ancora come. È questo il paradosso che, nella conferenza stampa settimanale di ieri, si è venuto a creare, con il super esperto nominato dal governo che ha parlato in questo modo della campagna di vaccinazione.



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App Immuni e vaccino, sono collegati ma non si sa come

«L’App Immuni – ha sottolineato Arcuri – come performance è tra le migliori al mondo, non escludiamo di usarla anche per la campagna di vaccinazioni, ancora non sappiamo quale potrebbe essere la connessione, ma lo stiamo valutando. Per il bando di reclutamento dei sanitari da impiegare nella campagna di vaccinazioni anti-Covid abbiamo ricevuto 11.282 candidature in 18 ore, risultato in qualche misura superiore alle nostre aspettative».



Dunque, l’app Immuni e vaccino saranno collegati. Probabilmente Arcuri voleva dire che occorreva sfruttare una infrastruttura già esistente (come app Immuni appunto) e una nuova esigenza, ovvero la distribuzione del vaccino. Anche perché, nei giorni scorsi, era emersa la volontà da parte del governo di affidarsi a un’app per la distribuzione del vaccino.

App Immuni e vaccino, le possibili connessioni

Ma una nuova applicazione, forse, sarebbe stata una operazione troppo rischiosa: già far scaricare Immuni è stata una vera e propria Odissea che, tra le altre cose, non ha portato a un risultato tale da renderla al 100% efficace per il suo scopo originario.



E allora perché non farla diventare un nuovo contenitore per gestire le vaccinazioni? Peccato che le applicazioni difficilmente possono cambiare in corsa e far convivere due scopi (il tracciamento e le vaccinazioni) su cui è difficile trovare un punto di incontro. L’app potrebbe senz’altro essere utile a valutare – sempre in collaborazione con le Asl – se le persone affette da Covid-19 nei mesi appena trascorsi avranno bisogno o meno della vaccinazione. Ma da questo punto di vista, allora, dovrebbe funzionare come una sorta di anagrafe vaccinale che, tra l’altro, un servizio sanitario moderno ed efficace dovrebbe prevedere già di default.

Questa operazione, insomma, almeno dalle poche parole pronunciate in merito dal commissario Arcuri, sembra essere ancora in una fase embrionale. Una fase embrionale, tra l’altro, molto confusa.