Partiamo dalle buone notizie: Vittorio Cignano, l’anziano ingegnere di 73 anni che è intervenuto a Vicenza per sedare il pestaggio di una donna, sta bene. Racconta quanto accaduto a telefono, dall’ospedale San Bortolo di Vicenza: «Ho qualche botta alla testa ma per fortuna la Tac è negativa. Purtroppo a furia di calci quell’uomo mi ha spezzato il femore e la riabilitazione sarà un po’ lunga. Sono appena uscito dalla sala operatoria: hanno dovuto inserirmi tre viti nella gamba sinistra». Sull’aggressione e sul suo intervento l’anziano picchiato Vicenza è molto chiaro a chi gli fa notare che ha rischiato molto: «Lo so. Ma non c’era scelta: era mio dovere intervenire. Che cosa avrei dovuto fare, voltarmi dall’altra parte?».
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Raccontando la storia, documentata da un video che sta girando in questi giorni, Vittorio Cignano ha affermato: «Passavo di lì, ho visto quel tizio che stava aggredendo una ragazza. La prendeva a schiaffi, le stringeva la mano al collo, inveiva contro di lei. Mi sono avvicinato, gli ho detto: ma che combini? E questo non ha aperto bocca, è venuto verso di me e… bum! Mi ha steso con un pugno. Poi sono arrivati i calci e tutto quello che si vede nel video». Il coraggio dimostrato e sottolineato da più parti sia a livello politico che sui social l’anziano non lo ritiene così eclatante: «Lo rifarei: se una donna viene picchiata ho l’obbligo morale di difenderla. Stiamo diventando una società egoista, lo so. Ma spero di continuare a fare le scelte giuste, a non fingere di non vedere».
L’altra vittima, la fidanzata 31enne del picchiatore 25enne, è l’altra faccia della medaglia. Ora la donna difende il fidanzato – italiano di origini ungheresi e tossicodipendente – che è stato accusato di lesioni aggravate dai futili motivi, dalla crudeltà e dalla minorata difesa e ora si trova in carcere. Nei suoi confronti è stato emesso un «richiamo», il che vuol dire che se tornasse a mettersi nei guai rischierebbe l’arresto. La donna ha continuato a negare, pur consapevole del video: «Ma Alberto non ha fatto niente». Su questo il 73enne ha detto giusto due frasi: «Roba da matti. Anche perché ci sono i testimoni e il video è inequivocabile…».
A Vittorio Cignano è stato fatto notare il plauso che ha ricevuto da ogni fazione politica, tutti lo hanno definito coraggioso: «Ho letto che sta montando un putiferio intorno a quello che mi è accaduto. Ecco, mi pare tutto un po’ assurdo. Lo ripeto: ciò che ho fatto, difendere qualcuno che si trova in difficoltà, dovrebbe essere la normalità. Anche per i politici». La riflessione importante che tutti dovremmo trarre da una vicenda del genere sta, come sempre, sotto la superficie e sotto il clamore mediatico: se quella donna – parlando per ipotesi – fosse stata educata adeguatamente e sapesse distinguere una relazione sana da una con una persona violenta, Vittorio Cignano non si sarebbe mai trovato in quella situazione e ora non sarebbe in ospedale. E se anche non si trattasse di educazione ma di una dipendenza affettiva, il problema rimane comunque di tutti noi e si risolve solo parlandone a scuola e crescendo persone che non cadano facilmente preda di meccanismi del genere.