Antonio Conte dopo le minacce ricevute: «Sorpreso negativamente dopo essere tornato in Italia»

Categorie: Attualità

L'allenatore dell'Inter, però, non vuole dare spazio a tutto quest'odio

Antonio Conte vuole che non si parli più della lettera di minacce ricevuta la scorsa settimana. La missiva, che conteneva il suo nome, quello dei suoi familiari (compresi moglie e figli) e un proiettile calibro 38 era stata recapitata nella sede dell’Inter. Per l’allenatore nerazzurro è stata disposta una sorveglianza (diversa dalla scorta) per monitorare eventuali pericoli nei suoi confronti, ma lui guarda avanti e non vuole dare spazio a qualche facinoroso che si è reso protagonista di questa assurda vicenda che nulla ha a che vedere con il mondo del calcio.



LEGGI ANCHE > La moglie di Antonio Conte smentisce che il marito abbia ricevuto un proiettile in busta: «Una bufala!»

«Penso non sia giusto dare spazio a queste situazioni negative – ha detto Antonio Conte rispondendo alle domande durante la conferenza stampa alla vigilia di Torino-Inter, in programma sabato sera alle 20.45 nel capoluogo piemontese -. Più spazio diamo più mandiamo messaggi negativi soprattutto ai giovani. Meno ne parliamo meglio è. Chi ci sta lavorando, mi darà notizie sul tutto». Il silenzio, dunque, dopo il rumore assordante provocato da questa grave vicenda che lo ha visto come protagonista a sua insaputa.



Antonio Conte e la lettera minatoria ricevuta

L’allenatore dell’Inter ha visionato la lettera minatoria, consegnata nella sede del club, solo mercoledì. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito al contenuto. «Dobbiamo cercare di trasmettere valori positivi per chi ci segue, per le generazioni a venire – ha proseguito Antonio Conte in conferenza stampa -. Avevo già sottolineato di quanto fossi rimasto sorpreso negativamente dopo essere tornato in Italia. No, non è giusto dare spazio a questi episodi che sono diseducativi». Il clima, in Italia, è cambiato anche secondo l’ex commissario tecnico della Nazionale. L’odio impera sempre più e quando si arriva a minacce (non velate) con tanto di proiettili, vuol dire che la misura è colma.

(foto di copertina: ANSA/FILIPPO VENEZIA)