Anonymous avrebbe hackerato la Difesa russa mostrando i nomi di 300mila persone soggette a mobilitazione
La comunicazione è arrivata sui canali social del collettivo, ma ci sono seri dubbi di attribuzione e sull'attendibilità di questo documento
23/09/2022 di Redazione
Anonymous si sta dividendo tra le azioni compiute ai danni delle istituzioni russe e quelle ai danni dei media e dei siti istituzionali iraniani. Il collettivo internazionale ha dato più volte comunicazioni di tentativi di hackeraggio per difendere sia il popolo dell’Iran (coinvolto nelle proteste seguite alla morte della giovani Mihsa Amini, arrestata dalla polizia morale e deceduta dopo le conseguenze di questo arresto), sia il popolo ucraino (sin dall’inizio del conflitto). Anonymous, relativamente a quest’ultimo punto, aveva più volte ribadito la sua dichiarazione di cyber-war nei confronti della Russia. Oggi, con comunicazione sui canali social maggiormente utilizzati dal collettivo, Anonymous avrebbe hackerato il ministero della Difesa di Mosca, rivelando i dati di oltre 300mila persone, in base a quanto dichiarato.
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Anonymous contro Difesa russa, diffusi dati personali di 300mila persone
JUST IN: The #Anonymous collective hacked the website of the Russian Ministry of Defense and leaked the data of 305,925 people who are likely to be mobilized in the first of three waves of mobilization. #OpRussia #SlavaUkraïni pic.twitter.com/HCD65qJFep
— Anonymous TV 🇺🇦 (@YourAnonTV) September 23, 2022
Dubbi sull’attendibilità del documento del leak
Stando a quello che viene comunicato da Anonymous, i dati personali del leak riguardano 305,925 persone che sarebbero state mobilitate durante la prima delle tre ondate previste per i riservisti. Nonostante le rivendicazioni di Anonymous – con conseguente vasta eco mediatica attribuita a questa operazione – ci sono seri dubbi sulla veridicità di questi documenti che stanno circolando anche su Telegram.
Alcuni esperti sostengono che le informazioni sulle persone per questo file sono in parte tratte dalle basi degli ufficiali giudiziari e sono caratterizzati da errori di ortografia che non sarebbero comuni per questa tipologia di documentazione ufficiale. Non è la prima volta, in ogni caso, che un’azione rivendicata da Anonymous sarebbe stata successivamente smentita. Del resto, anche il formato dubitativo con cui Anonymous ha pubblicizzato la notizia sembra piuttosto insolito rispetto ai torni fortemente assertivi utilizzati negli altri casi.