Secondo GroupM l’acquisto di annunci pubblicitari su Twitter sarebbe «ad alto rischio»

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Uno dei principali problemi di Twitter dopo essere stato acquistato da Elon Musk riguarda le entrate pubblicitarie

Uno dei principali problemi di Twitter dopo essere stato acquistato da Elon Musk riguarda le entrate pubblicitarie. Interpublic Group of Companies (IPG) e Omnicom Media Group, aziende che operano nell’ambito della pubblicità e del marketing, hanno raccomandato ai propri clienti e partner di sospendere la pubblicazione degli annunci pubblicitari sulla piattaforma. Anche GroupM, parte della multinazionale che si occupa di pubblicità Wire and Plastic Products (WPP),  avrebbe detto ai suoi clienti che l’acquisto di annunci pubblicitari su Twitter sarebbe «ad alto rischio». Lo hanno riportato alcuni siti Web di notizie come Platformer e Digiday.



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Gli annunci pubblicitari su Twitter sono solo uno dei problemi dell’azienda

GroupM collabora con aziende come Google, L’Oréal, e Nestlé. In un documento in cui spiega perché non considera sicuro pubblicare annunci pubblicitari su Twitter, GroupM fa riferimento al grande numero di persone che sono state licenziate di recente e ai dirigenti di Twitter che hanno deciso di licenziarsi. Ci sono diverse cose che GroupM deve verificare per poter considerare Twitter una piattaforma adatta alla pubblicazione di annunci pubblicitari. GroupM vorrebbe verificare per esempio la trasparenza sui piani di Twitter che influiranno sulla sicurezza dell’utente o del marchio, comprese le modifiche alle linee guida della community e alle politiche di moderazione dei contenuti.  Musk vorrebbe che Twitter dipendesse sempre meno dalla pubblicità per le entrate, probabilmente per questo ha deciso di rendere la “Spunta blu” a pagamento e compresa nell’abbonamento a Twitter blue e non esclude di rendere Twitter a pagamento in futuro. Poco dopo il passaggio di proprietà di Twitter, molte aziende avevano deciso di interrompere la pubblicazione dei propri annunci pubblicitari sulla piattaforma. La prima a farlo è stata la compagnia automobilistica General Motors che ha sospeso la sua attività sul social network fino a che non saranno chiare le policy in fatto di moderazione dei contenuti. Alcune aziende non vogliono correre il rischio di vedere accostato il proprio nome a contenuti scarsamente moderati.