Annalisa Chirico e quel tweet sulle «ragazzine obese»

Una presa di posizione discutibile che mette a paragone – su livelli di gerarchia diversi e invertiti – la questione dell’obesità infantile e il problema del bullismo tra i più giovani. L’autrice del tweet è la giornalista Annalisa Chirico che ha invitato a risolvere prima il problema «delle ragazzine obese a 15 anni» e poi quello dei comportamenti violenti degli altri ragazzi che le prendono in giro attaccandole con i classici comportamenti da bulli.

Certo, il problema dell’obesità infantile è importante e da affrontare anche a livello politico e sociale, con i giovani che sono sempre più portati (anche se il trend è in leggero calo secondo gli ultimi rilevamenti) a consumare i cosiddetti cibi spazzatura e bibite ad alto tasso di zuccheri e carboidrati, ma mettere sullo stesso livello, anzi dare maggior responsabilità a questo problema rispetto al bullismo appare essere alquanto discutibile.

 

Il tweet di Annalisa Chirico sulle ragazze obese

Secondo Annalisa Chirico, dunque, ci si dovrebbe preoccupare prima della propria salute (pensiero legittimo) e solo dopo dei bulli. Un tweet (che un minuto dopo è stato anche ritwittato dal suo stesso account) che non convince. Come detto, l’obesità infantile (soprattutto tra i maschi) pone l’Italia a pari merito con Malta e in vetta a questa classifica Europea, però sembra difficile sminuire il tutto affibbiando ‘colpe’ ai ragazzi piuttosto che ai bulli.

Tana libera bulli?

Un tweet che, probabilmente, non pone la minima attenzione sulle cause che possono portare i giovani a mangiare troppo (e non si capisce perché il riferimento sia solo alle ragazze): da traumi psicologici ad altre questioni più delicate. Sminuire i comportamenti criminali dei bulli, facendo intendere che prima di tutti bisognerebbe esser magri, è come dare il lasciapassare a chi commette violenze. Il classico: «Se l’è cercato»

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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