Gli altri due deputati M5S che sono usciti dal gruppo

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Evitato così il procedimento di espulsione

La linea dura di Luigi Di Maio sui ribelli del Movimento 5 Stelle che non hanno votato favorevolmente rispetto alla manovra 2020 si deve scontrare, per forza di cose, con la volontà individuale dei singoli parlamentari in dissenso che hanno deciso di uscire autonomamente dal partito, visto l’assenza di quel vincolo di mandato che il leader pentastellato vorrebbe garantire. L’episodio, nella fattispecie, si estende anche Nunzio Angiola e Gianluca Rospi, due deputati del Movimento 5 Stelle che passeranno nel gruppo misto.



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Angiola-Rospi, altri due deputati lasciano M5S

Nunzio Angiola si è detto contrario all’istituzione, nella manovra economica, dell’Agenzia nazionale per la ricerca (Anr) e sul fatto che la manovra abbia avuto soltanto due passaggi in Parlamento (uno al Senato e l’altro alla Camera) tra l’altro blindtissimi vista la questione di fiducia posta dal governo sul provvedimento. Il vecchio dibattito sull’opportunità di togliere al parlamento la possibilità di apportare modifiche a testi usciti blindati dal consiglio dei ministri continua a mietere vittime nel Movimento 5 Stelle.



Gianluca Rospi, invece, non ha partecipato alla votazione. Quest’ultimo, alla fine di dicembre, si trovava nella sua Matera. Sull’assenza in parlamento al momento del voto si è giustificato, sostenendo di avere avuto problemi in famiglia. Una giustificazione che non è stata ritenuta sufficiente dal Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo, già in polemica con il partito, ha preferito dunque abbandonare il gruppo alla Camera.

Angiola-Rospi non sono casi isolati

Il caso si aggiunge a quelli di Francesco Urraro, Ugo Grassi e Stefano Lucidi, i senatori che hanno annunciato il loro cambio di casacca prima del voto della fiducia al Senato e il loro conseguente passaggio alla Lega. Ma si somma anche all’espulsione di Gianluigi Paragone del primo di gennaio. Una diaspora, quella del Movimento 5 Stelle, che non sembra placarsi.