Il consigliere leghista, col filtro Instagram del cucciolo, dice che Saviano è il promoter della camorra

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L'uso incomprensibile del social network da parte del componente del consiglio comunale di Verona

Ma cosa c’entrava, poi, il filtro delle Instagram stories che ti modella il naso e le orecchie su quelli di un cagnolino? Il consigliere comunale di Verona Andrea Velardi, tuttavia, ha deciso proprio di utilizzare questa forma di comunicazione per pronunciare un messaggio molto offensivo nei confronti del giornalista Roberto Saviano, al quale – qualche giorno fa – il comune di Verona aveva revocato la cittadinanza onoraria.



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Andrea Velardi e Saviano che è il promoter della camorra

«Saviano è un pr – ha affermato Andrea Velardi nelle sue Instagram Stories -, il miglior promoter della Camorra. Ha mitizzato e fatto andare di moda lo stile Jenny e Ciru. Saviano si è fatto attrarre dal Dio denaro e dai benefici di chi fa quel genere di battaglie rivolte a chi è costretto a vivere sotto scorta, o meglio a non vivere in quanto rischia di essere assassinato dalla Camorra».



Parole che sono state portate all’attenzione dell’opinione pubblica da parte delle forze di opposizione in seno al consiglio comunale di Verona. E che insinuano una sorta di legame tra il ruolo dello scrittore e giornalista e la criminalità organizzata. Ma la cosa che ci ha colpito, tra le altre cose, è stata la forma innocente con cui sono state pronunciate delle dichiarazioni così gravi e così forti. Il filtro del cucciolo, che solitamente viene indicato per esibire la propria tenerezza, in questo caso stride fortemente con il contenuto delle affermazioni.

Sembra davvero una scelta comunicativa totalmente sballata. In generale, i social network non sono la sede migliore per fornire informazioni di carattere istituzionale. Ma se proprio devono essere utilizzati, almeno ciò deve essere fatto con una sorta di logica. Invece, assistiamo a un consigliere comunale di Verona che, con le orecchie da cucciolo, sottolinea che il fatto che Saviano sia un «promoter della camorra» è, tra le altre cose, alla base della scelta di revocare una cittadinanza onoraria che è sempre stata snobbata e che adesso sarebbe tornata utile per il rilievo mediatico della notizia della sua revoca.