Andrea Scanzi e i ‘dieci comandamenti’ per Luigi Di Maio e il M5S
12/02/2019 di Enzo Boldi
Non sono scritti sulle tavole della legge, ma su un foglio di carta di giornale. Su Il Fatto Quotidiano di oggi, Andrea Scanzi è il firmatario di una lettera aperta al leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Il giornalista si produce in una serie di consigli – ben dieci – per ripristinare lo status quo all’interno del M5S dopo l’ultima debacle elettorale in Abruzzo e la perdita di consensi a causa della crescita esponenziale dell’alleato di governo. Ecco i dieci consigli per non far diventare il ‘Salvimaio’ un ‘Salvusconi’.
«1. Dire che siete meglio di Renzi è una banalità ridondante e puerile: anche un ramarro sgozzato lo sarebbe. Se io mi proponessi a una donna dicendole ‘Sai che sono più figo di Orfini?’, lei mi sfanculerebbe subito. 2. Il mantra ‘È colpa di quelli di prima’ è il peggio del peggio della vecchia politica. 3. Toninelli ha torto anche quando ha ragione (e ha ragione spesso, sui contenuti). Spesso vi date la zappa sui piedi da soli e il problema della classe dirigente M5S esiste eccome».
I dieci comandamenti di Andrea Scanzi
L’analisi dei ‘peccati’ del Movimento 5 Stelle fatta da Andrea Scanzi prosegue. «4. Gli unici che non vi criticano mai sono i tifosi talebani che, anche nei confronti di questo giornale, dicono ‘Che bravi!’ quando vi diamo ragione e ‘Che servi!’ quando solleviamo critiche. 5. Lei parla di ‘boom economico’, Conte di ‘2019 fantastico’: ecco, oltre a fracassare le gonadi, l’ottimismo stolto è esattamente ciò che ha ammazzato Renzi». Poi Andrea Scanzi definisce una ‘poracciata’ il post di Di Maio su Sanremo e il suo endorsement a Cristicchi.
Ma i dieci comandamenti proseguono: «6. Lei dice di fregarsene dei sondaggi perché vi sottovalutano sempre. Si ricorda cosa dicevano i sondaggi del 2014 e come è andata a finire) 7. Stare dalla parte dell’improponibile Giarrusso e non di Morra sulla vicenda Salvini-Diciotti è un capolavoro di incoerenza tremebondo. 8. Salvini non fa nulla di concreto, ma sale; voi vi fate il mazzo, ma scendete. È solo colpa dei giornalisti cinici e bari? 9. Non parli di ‘democrazie millenarie’, Francia o non Francia. La ‘democrazia’ è di per sé labile».
Il 10 bis sul ruolo di Giuseppe Conte
L’ultimo punto del decalogo che Andrea Scanzi consiglia a Luigi Di Maio è sull’utilizzo del ritorno del figliol prodigo: «10. Quando parlate di Salvini fate spesso i pesci in barile e per questo avete rispolverato il randellatore Di Battista. Ma l’escamotage non sta pagando. Ed è questo uno dei motivi dell’erosione dei consensi». Infine c’è un ultimo consiglio: puntare maggiormente su Giuseppe Conte perché «parla poco e talora male, ma lavora tanto e tutto sommato bene». Per questo motivo piace agli italiani.
(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)