Anac, le dimissioni di Cantone: «Mi sentivo sopportato, troppi attacchi»

«Mi sentivo sopportato». «Troppi attacchi ricevuti». È una decisione amara quella di Raffaele Cantone, il magistrato da 5 anni alla guida dell’Autorità nazionale anticorruzione che ha deciso ora di dimettersi, lasciare il suo incarico, e tornare al vecchio lavoro, presentando la domanda per tre Procure. Le motivazioni della sua scelta vengono riportate oggi dal Corriere della Sera (articolo di Fiorenza Sarzanini) che evidenzia anche le profonde distanze dal governo in carica, emerse fin dai primi giorni di vita dell’esecutivo.

Anac, Cantone si dimette: «Mi sentivo sopportato»

«Mi sono sentito sopportato e siccome non sono un uomo per tutte le stagioni ho meditato a lungo e poi ho capito che era arrivato il momento di tornare a fare il mio mestiere», sono le parole di Cantone, che al Csm ha indicato tre uffici come Perugia, Torre Annunziata e Frosinone. La decisione del magistrato sembra una conferma inequivocabile di un cambio di linea della lotta alla corruzione. Cantone si era detto preoccupato per la norma del ddl anticorruzione battezzato ‘Spazzacorrotti‘ che ha alzato a 150mila euro il limite per gli appalti con procedura diretta e per le uscite del vicepremier Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno e leader leghista ha dichiarato in questi mesi di voler strappare e riscrivere il codice degli appalti. Ma pure il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lanciato segnali poco incoraggianti. A giugno scorso, pochi giorni dopo la sua nomina, il capo del governo M5S-Lega ha precisato che «dall’Anac non abbiamo ricevuto i risultati che speravamo». Cantone, dal canto suo, ha continuato ad evidenziare le sue perplessità. Chi dice che si può definitivamente spazzare via la corruzione «o non sa cosa sono i corrotti o prende in giro il Paese», ha detto ieri nel corso di un intervento alla Link Campus University.

Martina (Pd): «Cantone lasciato solo dal governo dei condoni»

Non sono tardate ad arrivare le reazioni politiche alla decisione di Cantone. «Per il governo dei condoni il problema è l’Anticorruzione. Noi invece siamo orgogliosi di avere voluto Anac e di aver lavorato con un servitore dello Stato come Cantone, lasciato solo dal governo della propaganda», ha scritto su Twitter il candidato alla segreteria del Pd Maurizio Martina.

(Foto di copertina da archivio Ansa: Raffaele Cantone. Credit immagine: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI)

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