Amazon rifiuta di vendere gli e-book che pubblica alle biblioteche perché non è un affare vantaggioso

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Considerata l'egemonia di cui Amazon gode come venditore e editore di libri sarebbe forse il caso di ricordare perché esistono le biblioteche

Il potere di Amazon non ha confini neanche nel mondo del publishing editoriale, tanto da arrivare a rifiutarsi di vendere gli ebook che pubblica alle biblioteche perché, sostanzialmente, non permettono all’azienda di guadagnarci abbastanza. Questa conclusione emerge da uno degli ultimi rapporti del Washington Post, che vede Amazon Publishing – il ramo della società che ne ha fatto un editore a tutti gli effetti – rifiutarsi di vendere le versioni ebook e audiolibri dei prodotti di cui è editore alle biblioteche degli Stati Uniti. Il quotidiano statunitense ha sottolineato come Amazon sia il solo grande editore che sta agendo in questo modo poiché ritiene che i termini della vendita dei suoi ebook alle biblioteche, che li rendono disponibili gratuitamente agli utenti tramite prestito su piattaforme come Libby, non sia favorevole.



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I soldi prima di tutto anche se ha anche gli autori contro

Mikyla Bruder, responsabile del marketing globale di Amazon Publishing, ha risposto al Washington Post che «non è chiaro se gli attuali modelli di prestito delle biblioteche digitali bilancino in modo equo gli interessi degli autori e degli utenti delle biblioteche, vediamo questa come un’opportunità per inventare un nuovo approccio per espandere il numero di lettori e servire gli avventori delle biblioteche, salvaguardando allo stesso tempo gli interessi degli autori, compresi i redditi e i diritti d’autore». Le biblioteche spesso e volentieri pagano molto di più del prezzo al dettaglio per le copie fisiche e per gli ebook dei libri eppure, facendo quello che quello che le biblioteche hanno sempre fatto.



Con il meccanismo dei prestiti digitali andrebbero a danneggiare gli interessi di autori e editori, secondo Amazon, perché le persone possono controllare le copie gratuitamente senza doversi muovere di casa, tramite una semplice app e direttamente sul Kindle per un tempo limitato. Un meccanismo che, ai tempi della pandemia, dovrebbe essere favorito e incoraggiato perché permette di avere accesso ai libri gratuitamente e comodamente da casa, evitando gli assembramenti. Sono molti gli autori di cui Amazon dice di fare gli interessi, quelli che lui stesso pubblica – primo tra tutti Michael Pollan a The Post – che hanno espresso sostengo alle biblioteche.

Amazon editore libri, come funziona

Amazon ha assunto un ruolo chiave in moltissimi ambiti e la vendita dei libri non fa eccezione. Da venditore dominante di libri negli Usa, Amazon è presto passato ad essere un vero e proprio editore multiforme sia per scrittori professionisti che per autori esordienti che fanno auto pubblicazione. Il potere accumulato da Amazon è enorme e ha dato il via a un dibattito sulla distribuzione digitale della versione elettronica dei libri che riguarda, principalmente, le royalty e la distribuzione secondaria (rivendita, condivisione e – appunto – prestito).



Morale della favola? Invece di abbassare i prezzi per i clienti, godendo già di un dominio sia come distributore che come editore di libri, l’azienda non vende i suoi titoli alle biblioteche perché non ci guadagna abbastanza. Queste ultime sono spesso e volentieri strutture pubbliche sotto finanziate i cui utenti sono bambini, persone a basso reddito e senzatetto. Considerato che 6 dei migliori 10 ebook venduti su Amazon sono stati pubblicati da Amazon stesso – come fa notare l’autore del rapporto -, questo vuol dire che i libri più letti e che più persone vorranno leggere negli Usa non sono disponibili nelle biblioteche in formato ebook ma solo in formato fisico, con copie limitate.