Alluvione a Livorno, il nonno eroe che ha salvato la nipotina

11/09/2017 di Redazione

Evitare di mettersi subito al sicuro e rituffarsi nel fango per tornare indietro dai suoi familiari. Perdere la vita dopo aver salvato la nipotina. È quanto ha fatto Roberto Ramacciotti, 65 anni, una delle vittime dell’alluvione che tra sabato e domenica ha colpito la città di Livorno, all’alba di ieri impegnato insieme al figlio 37enne Simone in una disperata lotta contro il tempo, e ora considerato un nonno eroe. È accaduto in una palazzina in viale Nazario Sauro, Quartiere dell’Ardenza, dove un’intera famiglia è stata cancellata (4 delle 6 vittime del nubifragio, le altre 2 vivevano sulle colline della città, come i due dispersi).

NONNO EROE, AIUTA A SALVARE LA NIPOTINA POI TORNA INDIETRO IN CASA

L’acqua che ha travolto l’edificio dei Ramacciotti, un’onda del Rio Maggiore, è giunta all’improvviso. Simone, sua moglie Glenda, 36enne, e i due figli Camilla e Filippo, di 3 e 4 anni, stavano dormendo. Il primo a svegliarsi è stato il papà. Ricostruisce Michele Bocci su Repubblica:

Ha preso in braccio Camilla e si è diretto verso le scale interne che portano al piano terra, dove ha incontrato Marco Gasparrini, che abita al secondo piano della casa. Gli ha passato la bambina ed è tornato indietro. Quello che è successo da qui in avanti lo racconta il vicino. «Simone voleva salvare anche gli altri. Nel frattempo è arrivato anche suo padre, Roberto, che si è tuffato per aiutarlo. L’acqua era già a trenta centimetri dal soffitto e in pochi secondi è salita ancora. Quando ha superato l’arco della porta d’ingresso mi sono immerso e sono uscito. Il nonno era a due metri da me e non è riuscito a seguirmi. O forse non ha voluto perché cercava di raggiungere i suoi cari». Sembra proprio che sia così: Roberto Ramacciotti, 65 anni, ha tentato fino all’ultimo di salvare il suo sogno, la famiglia che lo rendeva orgoglioso. Aveva il figlio maggiore sempre accanto, abitava sopra di lui e lavorava con lui in attesa di passargli il testimone nella sua agenzia di assicurazioni. Così avrebbe potuto dedicarsi completamente ai suoi due nipotini.

I Ramacciotti erano tra i titolari di una grande agenzia assicurativa Generali a Empoli. Roberto era nella compagnia dal 1975 mentre suo figlio Simone si era laureato in Economia e commercio a Pisa. Glenda era stata una sua compagna di liceo e poi di università. Simone e Roberto ogni sera tornavano da Empoli a Livorno. Erano appassionati di sport, il figlio di podismo, il papà di ciclismo. La loro famiglia viveva nel Quartiere dell’Ardenza da 17 anni. Nel giardino della palazzina sabato pomeriggio c’era stata una festa. Filippo aveva festeggiato il suo compleanno con una quindicina di bambini, e genitori e parenti.

(Foto: la palazzina dei Ramacciotti. Credit: ANSA / US / REGIONE TOSCANA)

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