Alessandro Di Battista rompe il silenzio

«È un po’ di tempo che non ci parliamo, e volevo spiegarvi il perché». Alessandro di Battista riappare con un video in diretta su Facebook e molte cose da dire.

Alessandro Di Battista rompe il silenzio:«Sto benissimo, sto facendo una sacco di cose interessanti»

Alessandro Di Battista spiega fin da subito perché per 40 giorni non si è fatto sentire, almeno con il suo pubblico dei social. «Quando sono tornato dal Centro America il movimento 5 stelle mi ha chiesto di dare una mano e io ho subito detto di si, per varie ragioni». Eccole: «Uno è che proprio nella vita io ho difficoltà a dire di no e questo è una problema mio. Poi ho anche detto di si perché  temevo di deludere molte persone che mi dicevano di tornare» E infine «anche per un senso del dovere e di responsabilita».

«Non mi voglio candidare»

Ma l’idillio per Dibba è durato poco, perche dopo poche settimane ha capito che le ragioni che l’avevano spinto a ributtarsi nella mischia, non erano quelle giuste. Schierarsi in prima linea senza essere un candidato o parte del governo era difficile. «Per cui ci ho riflettuto, sono uscito da tutto. Dibba dice di essersi posto la grande domanda: «Ti vuoi candidare? la risposta fondamentalmente è no». Alessandro Di Battista spiega di essere fermamente convinto che quando ci si candida lo si deve fare per le ragioni giuste, perché lo si vuole. «Candidarsi significa scegliere di mettersi a disposizione della collettività. Io non ci vorrei andare a Bruxelles a fare l’europarlamentare e se ci andassi senza esserne convinto non renderei neanche bene». Per fare politica bisogna investire tutte le proprie energie in quel progetto, e Dibba garantisce di averlo fatto quando era parlamentare, ma di non sentirsela adesso. «Io voglio fare le cose bene. Sopratutto quando si viene pagati con denaro pubblico, quando si ha una responsabilità pubblica collettiva» non si può fare politica per senso del dovere. «Non ho mi detto né che mi ricandiderò un domani né che non mi ricandiderò mai più. Però se dovessi un domani decidere di mettermi in campo in primissima linea lo farò perché  avrò tutte le mie energie rivolte lì». È una forma di «rispetto verso i cittadini». Senza contare che Alessandro Di Battista non se la sente di dover sottostare all’ansia da controllore al timore di inimicarsi qualcuno. E poi, il rapporto con i media: «Qualche giorno Floris mi ha invitato a fare un confronto con Renzi, ma che me ne frega a me». Troppa ansia del politicamente corretto, e ci tornerà dopo, tanto «la stampa ha scelto Salvini, sopratutto quella di sinistra lo adora perché per loro è la speranza futura di potersi veder garantiti i finanziamenti pubblici». Insomma, per tornare in politica ci vuole passione ma sopratutto dedizione: energie che ora Dibba preferisce incanalare in altro perché oggi «voglio scrivere e conoscere il mondo, dedicarmi ad altro».

Il libro e il caso Marcello De Vito

 

`«Adesso sto scrivendo un libro che sarà edito dalla casa editrice del fatto e voglio chiamarlo “politicamente scorretto” perché per me le forze politiche oggi muoiono non soltanto per casi di corruzione e malapolitica ma perché diventano troppo politicamente corrette». Più avanti nel video Dibba spiega che «l’eccessivo controllo per timore di essere attaccati e l’illusione di poter controllare tutto nei palazzi del potere genera dei mostri e delle oscene trasgressioni». Alessandro Di Battista non schiva l’elefante nella stanza, e parla anche del caso che coinvolge Marcello De Vito. «Se sdarà giudicato colpevole spero che cambi città». Poi spiega che «le mazzette di oggi non saranno più le bustarelle di un tempo, è da peracottari scambiarsi bustarella, mazzettina o tangentina dentro ad una busta». «La tangente di oggi sono il sistema delle consulenze, non solo date a tizio direttamente perché li ti beccherebbero ma magari a terzi». Proprio come si presume sia successo all’interno dell’assemblea capitolina.

In questi 40 giorni, Dibba ha scoperto la falegnameria

Ma allora, Dibba cosa ha fatto in questi 40 giorni di silenzio, oltre che riflettere e dedicarsi alla scrittura? «Mi sono iscritto anche a un corso di falegnameria a Viterbo. Ci ho riflettuto molto se dirlo perché sapevo che mi sarebbero arrivate delle prese per il culo enormi ma non me ne può fregare di meno». Alessandro dice di stare bene, benissimo, e di essere felice: «Di giorno studio gli incastri a rondine e la sera il franco CFA, è una bella vita, quella che ho sempre sognato e voglio continuare a farlo per un altro po’». E tra un paio di mesi, se tutto va bene «io e la mia famiglia andremo a vivere in India» e l’entusiasmo gli fa davvero brillare gli occhi.

L’appello al Movimento: «politica estera più dura, e avere più coraggio»

Il suo cuore però rimane con il Movimento 5 Stelle, «parte della mia anima e del mio dna». La politica un po’ gli manca, ma non certo la vita da parlamentare. «A me la poltrona e quei palazzi chiusi non mi facevano stare bene, mi sentivo un privilegiato certo,  ma non ne sono affascinato, sarò strano io». Ciò che gli manca «siete voi, le piazze, gli attivisti, questo sì. Però ripeto devo seguire la mia strada. Ma non è un tradimento: lo sarebbe non seguirla». E di ciò che han fatto i pentastellati al governo parla solo che bene:« il governo ha fatto delle cose straordinarie, il decreto anticorruzione secondo me è un capolavoro». Forse, dovrebbe fare qualcosa in più per la politica estera. «Suggerisco al m5s di adottare una politica estera dura – continua –  dovrebbe in tutti gli angoli del pianeta supportare le popolazioni di tutto il mondo nell’esercitare il sacrosanto diritto di poter stare a casa loro». Ma Alessandro non è ingenuo: «Per far questo certo ci si creano dei nemici perché si vanno a toccare interessi grandi di multinazionali, governi dei colonizzatori di questo millennio. Ci vuole coraggio, ma il cambiamento quando è vero non è mai indolore». Nella chiusa finale, un appello: « Viva il movimento 5 stelle, e che continui a fare il movimento perché quando lo fa non ce n’è per nessuno».

(credits immagine di copertina: frame dal video Facebook)

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Gepostet von Alessandro Di Battista am Samstag, 30. März 2019

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