Alatri, come è morto Emanuele Morganti

31/03/2017 di Redazione

Come è morto Emanuele Morganti? A rivelare in che modo lo studente 20enne di Alatri, la notte tra venerdì e sabato, è stato massacrato di botte da un gruppo di una decina di aggressori è l’autopsia dell’istituto di medicina lega le di Tor Vergata. Il colpo fatale al giovane sarebbe stato inferto con una chiave inglese. Scrivono Stefano De Angelis e Sara Menafra oggi sul quotidiano Il Messaggero:

Molti, moltissimi i colpi inferti ad Emanuele Morganti. Ma a determinare la morte è stato soprattutto uno, secco, «al capo» con un oggetto contundente del tutto compatibile con la brugola che, secondo il racconto dei testimoni, i due fermati, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, avrebbero usato per colpirlo. Il professor Saverio Potenza del centro di Medicina legale dell’università di Tor Vergata ha impiegato quattro ore per completare la prima autopsia, ma ora grande attenzione sarà data all’esame tossicologico, per accertare se lo stesso Morganti, quella notte, fosse sotto effetto di alcol o stupefacenti. Un esame difficile, visto che il giovane è morto dopo due giorni di ricovero (e infatti l’esame sarà fatto tenendo sott’occhio la cartella clinica dell’Umberto I). I segni sul corpo di Emanuele sono indubbiamente quelli della vittima di un violento pestaggio. Decine di traumi su tutto il corpo, compreso il volto e le braccia, alle quali si è sommato l’urto con una macchina in movimento.

 

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ALATRI, COME È MORTO EMANUELE MORGANTI

L’arma del colpo ad Emanuele Morganti è probabilmente una brugola, una chiave simile a quelle utilizzate per svitare bulloni o tubi di ferro. Il colpo mortale sarebbe stato inferto nella terza fase del pestaggio. Nell’inchiesta sull’uccisione del ragazzo, morto 36 ore dopo l’aggressione in ospedale, sono accusati di omicidio volontario i due fermati 8il 27enne Mario Castagnacci e il 20enne Paolo Palmisani). Altre cinque persone sono indagate per rissa. Quattro di loro sono buttafuori.

(Foto Facebook di Emanuele Morganti)

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