«L’Agricoltura Digitale trainata dalla “nuova leva”», l’intervista a Vito Sanitate (co-fondatore di Agriverse)

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L'ingegnere informatico pugliese ha realizzato una suite gestionale made in Italy per il supporto delle aziende e imprese agricole

Quando si parla di Agricoltura Digitale, concetto che ancora non ha ancora uno standard univoco e universale, spesso si fa riferimento esclusivamente alle tecnologie di precisione messe a disposizione degli agricoltori per implementare e supportare l’attività all’interno delle colture. In realtà questa espressione deve necessariamente essere più ampia, andando a toccare anche tutte le altre implicazioni reali e concrete, come quelle relative alla gestione (non solo economico-finanziaria) di un’azienda o un impresa agricola. E in Italia c’è una realtà pugliese che ha investito per creare una suite gestionale (con tanto di app) in grado di dare un supporto tecnico agli imprenditori (piccoli, medi o grandi) del settore. Parliamo di Agriverse, nata da un’idea di Vito Sanitate e Giangrazio Del Vento.



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Il team alle spalle di questa suite gestionale è giovanissimo e specializzato. Si tratta di tutte persone che hanno alle spalle una formazione legata al mondo dell’informatica e dello sviluppo, con i due co-fondatori che hanno storie simili. Entrambi figli di famiglie di agricoltori pugliesi ed entrambi con una passione per l’informatica. Giornalettismo ha parlato con Vito Sanitate, uno dei due ideatori di questo progetto che ha elevato il concetto di Agricoltura 4.0 a un livello superiore, inserendo in questa area semantica anche la parte gestionale.



Agriverse, la suite gestionale per l’Agricoltura Digitale

«Io sono nato in una famiglia di agricoltori della provincia di Taranto – ha raccontato il co-fondatore di Agriverse ai microfoni di GTT -. Quindi, il mondo agricolo è sempre stato parte della mia vita. Ho anche continuato gli studi delle scuole superiori, diplomandomi da perito tecnico-agrario. Ho approfondito quel mondo, poi era nata una passione infinita per l’informatica e mi sono laureato magistrale in Informatica con il massimo dei voti a Bologna. Quando ho deciso di tornare al Sud e investire sulla mia terra, mi sono accorto che nel mondo agricolo mancava qualcosa».

I pensieri si sono incontrati e scontrati con quelli di Giangrazio Del Vento e da lì è nata l’idea di unire le due esperienze per dare vita a questa suite gestionale tutta made in Italy: «Ne ho parlato con un altro mio collega che ha una storia molto simile alla mia – anche lui figlio di agricoltori e informatico come me – e ci siamo detti: “Perché non andare a individuare questi problemi che hanno le aziende agricole oggi e provare a trovare una soluzione?”. Abbiamo iniziato a fare un po’ di chiacchiere con alcuni amici agricoltori e aziende agricole e ci siamo resi conto che le problematiche non erano poche. Erano tantissime. Gli anni in cui i margini di guadagno erano altissimi non ci sono più, quindi era diventato fondamentale poter dare uno strumento all’agricoltore, all’impresa e all’azienda agricola (perché, ovviamente, cambia il contesto in base alla dimensione dell’azienda), per poter tenere traccia e avere una panoramica a 360° di tutto quello che accadeva in azienda e poter prendere delle decisioni. Capire se effettivamente qualche attività agricola fatta in campo poteva essere migliorata con delle performance migliori, quindi dei risparmi a livello di costi in modo tale di poter avere del margine di guadagno sempre più alto. Da lì è nata questa idea ed è partito lo sviluppo: principalmente come gestionale, ma oggi anche con una profondità di azione molto maggiore».



Come funziona e cosa permette di fare

Una gestione in app o in versione desktop. Attraverso Agriverse, dunque, un imprenditore agricolo è in grado di avere nelle proprie mani tutti i dati necessari per un efficientamento economico, ma anche funzionale: «Noi, ormai, ci definiamo un farm management system – ha spiegato Vito Sanitate -. Un sistema completo per la gestione dell’azienda agricola. Noi riusciamo a fare la raccolta di dati in tempo reale, da qualsiasi dispositivo, e la raccolta dei dati direttamente dal campo o dagli opifici e dai magazzini. Dati che possono essere inseriti direttamente dagli operatori che fanno parte di quel contesto lavorativo: dal carrellista al capo-squadra presente sul campo, fino a tutti gli altri attori della filiera. Ovviamente è possibile gestire qualsiasi tipo di attività colturale. Con l’applicazione, l’azienda può andare a definire il suo territorio a livello catastale, per poi inserire i vari lotti di produzione. Ogni campo può essere legato a una varietà o a una stagione agricola. Quindi, quel campo diventa – per noi – un centro di costo. Tutte le attività che vengono fatte su quel campo, suddivisi per prodotti e varietà, diventano un centro di costo».

Per fare un esempio pratico: «Se voglio sapere quanto ho speso per produrre i pomodori (per esempio), vado a definire tutte le attività agricole che vengono fatte su quel campo. Questo che significa? Che andiamo a elaborare dei report analitici, riportiamo degli output importanti per l’azienda agricola: sapere esattamente quanto è il costo degli operai, quanto sono costate le singole attività agricole che sono state fatte, il consumo di gasolio, la durata delle attività, quanto prodotto hanno consumato (comprese le analisi sulle concimazioni)».

La sostenibilità economia e ambientale

Razionalizzare le spese evitando gli sprechi, anche con un occhio all’ambiente. Perché Vito Sanitate ha voluto legare un aspetto fondamentale nel raccontare la sua Agriverse: «Ovviamente, grazie a queste informazioni possiamo rendere attiva l’azienda nel controllo della propria sostenibilità ambientale. Attraverso i dati è possibile sapere se si sta rispettando la normativa sui nitrati, perché la legge dice che non puoi dare tot nitrati su quel campo, e tutta quella serie di parametri da rispettare. Abbiamo un motorino interno di tracciabilità, quindi l’applicazione – in totale autonomia – genera l’albero della tracciabilità, partendo dal seme che viene poi trapiantato su quel campo, che poi viene raccolto e se l’azienda ha anche un magazzino o un opificio di lavorazione, continua la tracciabilità anche lì dentro. Infine c’è il confezionamento e la vendita: l’albero della tracciabilità completo».

E, ovviamente, c’è anche un altro aspetto che diventa strutturalmente necessario dal punto di vista gestionale: «Abbiamo anche tutta la parte di contabilità semplificata: l’azienda può iniziare a inserire le proprie attività, produrre il suo prodotto, avere sempre a portata di mano una panoramica di quel che sta accadendo in azienda, raccogliere il prodotto, conoscere quanto gli è costato al chilo e, infine, elaborare dei documenti (da fatturazione). Dunque, un software completo che può essere utilizzato direttamente da dispositivi mobile, lì dove occorre, dall’altra un gestionale web amministrativo dove è possibile avere sempre una panoramica completa, una contabilità semplificata e un magazzino sempre aggiornato in maniera del tutto automatica».

Agriverse e il futuro dell’Agricoltura Digitale

E il futuro è già arrivato, ma è in continua evoluzione. Gli ultimi dati raccolti dall’Osservatorio Smart Agritech del Politecnico di Milano raccontano di una crescita lenta, ma esponenziale. E il prossimo report sembra poter andare nella stessa direzione: « Sono sicurissimo che l’Osservatorio dirà che il trend è in salita, perché io lo vedo parlando tutti i giorni con gli agricoltori. Sono sempre più attratti da queste tecnologie e innovazioni – ci ha spiegato Vito Sanitate -. Piano piano, è un processo che è un po’ lento ma in forte crescita perché ci stiamo ritrovando in un cambio generazionale».

Merito anche delle nuove generazioni: «Anche la nuova “leva” entra nel mondo agricolo. Per fare un esempio, nei giorni scorsi sono andato in una bellissima realtà nel foggiano dove un padre, da qualche anno, ha iniziato a dare più in gestione l’azienda al figlio di 32 anni. Ed ecco che ha chiamato Agriverse. Questo cambio generazionale porta i più giovani, più propensi all’utilizzo della tecnologia, possono iniziare subito a farsi una idea di quali potrebbero essere i migliori strumenti da adottare e iniziare a usare le varie tecnologie. È importante dire, però, che la digitalizzazione in agricoltura, al momento, è molto variegata. Noi siamo più dalla parte  gestionale e stiamo entrando con tutta la gestione della parte degli opifici (dal magazzino al confezionamento), con una gestione completa dell’azienda. Poi, però, ci sono tanti altri strumenti, come quelli di agricoltura di precisione, di analisi di dati e tutte le altre tecnologie al supporto della tecnologia. La vera innovazione che, secondo me, ci deve essere a breve – noi stiamo portando avanti questa visione – è quella che l’azienda agricola deve avere a portata di mano uno strumento che gli permette di fare un po’ tutto. Questo significa che le aziende di agritech dovrebbero iniziare a collaborare tra loro, in modo tale che l’azienda agricola non debba “impazzire” tra un software e l’altro, ma avere un unico strumento che gli permetta di avere tutte le funzionalità di cui ha necessità. Perché ogni azienda ha bisogno di funzionalità differenti».