Anche per Agcom Marco Damilano nel corso della puntata de Il cavallo e la torre in cui è stato ospite filoso francese Bernard-Herni Lévy (quella del 19 settembre) ha violato la par condicio. L’ordine per la Rai, emesso ieri sera attorno alle 2o, è quello di trasmettere – in apertura delle prima puntata utile – un messaggio in cui il conduttore affermi che nella puntata in questione i principi di obiettività, pluralismo, correttezza e lealtà non sono stati rispettati. La Commissaria Elisa Giomi ha votato contro il provvedimento, commentando la sua scelta: «La tutela del pluralismo non passa per un computo matematico delle parole espresse contro o a favore dei diversi soggetti politici, come fossimo dei ragionieri della verità, significa piuttosto assicurare la varietà e l’equilibrio complessivo delle opinioni politiche di tutti». Nello specifico, Agcom su Marco Damilano ha parlato di una violazione dei «principi di correttezza e imparzialità sanciti dalle disposizioni in materia di par condicio».
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In apertura di puntata, il giorno dopo quella che è oggetto della questione, Damilano ha subito affermato che «ieri sera il filosofo francese Bernard-Henri Lévy si è lasciato andare ad alcune affermazioni che c’è una tentazione fascista alle porte in Italia e in Europa e che il voto degli elettori non sempre è rispettabile. Da alcune affermazioni ho preso le distanze in diretta e altre affermazioni non le condivido, l’ho detto ieri e lo ripeto oggi».
Queste parole non sono ritenute sufficienti ed è stato ordinato da Agcom a Rai che Damilano affermi esplicitamente di aver violato i principi di pluralismo, obiettività, completezza, correttezza e lealtà. In seguito alla puntata, gli esponenti di destra della Commissione di Vigilanza Rai si sono scatenati parlando – tra le altre cose un grave attacco contro la democrazia italiana”- di «un grave attacco contro la democrazia italiana». Anche Meloni e Salvini ci hanno messo del loro, la prima chiamando in causa il voto degli italiani non rispettato e il secondo definendo la puntata un comizio per cui il conduttore viene pagato con soldi pubblici.
Non è servito che Damilano, nella puntata del 29 settembre, si sia dissociato – come abbiamo già evidenziato riportando le sue frasi – e abbia ospitato lo storico Giovanni Orsina, che ha espresso tesi opposte a quelle di Levy. Considerato che la decisione è stata comunicata a ridosso della messa in onda della puntata di ieri, il messaggio dovrebbe comparire all’inizio della puntata di questa sera.