Il bastone senza carota. Matteo Renzi, in questi 50 giorni di lockdown, non ha mai nascosto le sue perplessità (per usare un eufemismo) sulle decisioni prese dal governo – di cui fa parte con Italia Viva con due ministri, Bellanova e Bonetti, e un sottosegretario, Scalfarotto – per gestire l’emergenza. La sua presa di posizione sulle tempistiche delle riaperture è ben nota, ma oggi – con un’intervista a tutto campo su La Repubblica – si segna l’affondo più profondo. E ironizza anche sul concetto di «affetti stabili» che, nel giro di 24 ore, ha superato quello di «congiunti».
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«La libertà e il valore più grande: non siamo uno stato etico dove i vigili chiedono se la persona che stai per vedere è una fidanzata stabile o saltuaria – ha dichiarato il leader di Italia Viva a La Repubblica -. Ma saranno fatti tuoi? Qui siamo alla follia! Mettiamo Maria De Filippi a decidere se la relazione è stabile? Sta passando una visione paternalistica tipica di chi mantiene il consenso con una diretta Facebook a settimana, mettendo il naso nella vita della gente e producendo autocertificazioni».
I problemi interpretativi – per scarsa chiarezza – all’interno dell’ultimo dpcm del 26 aprile, in effetti, sono abbondanti e se prima il problema era quel termine «congiunti» anche il suo sostitutivo «affetti stabili» non poteva che generare confusione e ironia. Alla fine, dopo quasi 24 ore, è arrivata la risposta del governo che ha parlato, ufficialmente, anche di fidanzati e rapporti duraturi nel tempo (ma non relativi alla semplice amicizia). Al netto di questa tematica, che ormai è destinata a esaurirsi), Matteo Renzi lancia gravi accuse al (suo) governo.
«Non possiamo calpestare i diritti costituzionali con un dpcm. Trasformiamo il testo in un decreto e portiamolo in Parlamento – spiega Matteo Renzi -. Il testo è un errore politico, economico e costituzionale». Secondo il leader di Italia Viva, è stato lasciato decidere a un comitato tecnico-scientifico il da farsi, sottolineando come un medico possa solamente dirti che c’è un virus, ma le decisioni debbano essere politiche. E da qui anche la critica sulle riaperture non scaglionate in Regioni vicine alla soglia del contagio zero. Poi la chiosa finale: «La libertà non vale meno della salute».
(foto di copertina: da Fatti e Misfatti, TgCom24)