Anche l’ISS interviene per smentire il pezzo che ha dato origine alla bufala dei 3783 morti per Covid

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L'autore del report da cui tutto è partito è intervenuto per chiarire ogni fraintendimento sul tema

Da non cielo dicono cieloanno detto è un attimo. Eppure, ci sarà ancora chi – alle varie manifestazioni dei no-vax – alzerà i cartelli con l’indicazione del numero 3783. C’è stato il report dell’ISS, poi c’è stato un articolo del Tempo, poi c’è stata una diffusione capillare a livello nazionale della notizia. Infine siamo tornati all’ISS, con i chiarimenti di chi ha firmato il report originario che ha dato vita a questo grande misunderstanding. Secondo lo studio dell’istituto superiore di Sanità, su un campione di quasi 8mila individui morti per covid (di cui erano disponibili le cartelle cliniche), il 2,9% non presentava altre patologie. Da lì si è subito alimentata l’ipotesi per cui, dei 132mila morti italiani di Covid, soltanto il 2,9% (ovvero 3783 persone) fossero morte direttamente “per” Covid. Una ricostruzione che, però, non sta in piedi – come vi avevamo già spiegato – e che, tuttavia, è stata oggetto di un titolo alquanto impreciso e allarmistico sulla testata Il Tempo.



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3783 morti per Covid, la smentita ufficiale dell’ISS

Graziano Onder è stato uno dei firmatari del report di inizio ottobre. Si è detto francamente stupito dell’interpretazione che era stata data a questo report nell’articolo di Franco Bechis del 21 ottobre scorso. Ed è rimasto basito dal modo con cui la bufala dei 3783 morti per coronavirus si sia diffusa. In realtà, i principi con cui è stato stilato il report sono quelli noti a tutta la comunità internazionale per la classificazione dei decessi a causa del coronavirus. Principi che nascono con la diffusione della pandemia nel mondo occidentale, più o meno dal marzo del 2020, dai tempi del primo lockdown italiano.



«La stragrande maggioranza dei morti – ha detto Onder a Repubblica – sono persone che avevano malattie preesistenti ma che molto spesso erano in buon equilibrio di salute, e avrebbero vissuto ancora per molti anni. L’ipertensione, a parte casi molto gravi, non porta alla morte. E anche con altre patologie come il diabete si può convivere per anni. Dunque, quelle malattie – da sole – non avrebbero portato alla morte. Chi aveva altre patologie non ha perso la vita a causa di quelle ma del virus».

L’interpretazione del dato è sbagliata. La strumentalizzazione nelle manifestazioni è stata evidente. Ma anche il giornalismo, da questo punto di vista, ha avuto le sue belle responsabilità.