247 parolacce in quattro ore di diretta: l’Agcom multa lo Zoo di 105

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Troppe volgarità durante la trasmissione condotta e ideata da Marco Mazzoli. Sanzione da 125mila euro alla società Radio Studio 105 S.p.a

Va in onda, ogni pomeriggio, da oltre 22 anni. Lo Zoo di 105 non ha mai nascosto – come annunciato anche dal disclaimer vocale trasmesso all’inizio di ogni trasmissione quotidiana – il suo intento comico/satirico con un “linguaggio volgare” che, evidentemente (visti i risultati in termini di ascolti), è molto apprezzato dai radioascoltatori italiani. La trasmissione di punta di Radio 105, però, è finita nuovamente nel mirino delle critiche proprio per l’utilizzo di una dialettica ritenuto “poco consono” sia all’orario sia ai messaggi che trapelano dai microfoni milanesi di largo Donegani. E l’Agcom ha deciso di sanzionare la società che controlla l’emittente con una multa da 125mila euro.



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Tutto nasce dall’analisi di due puntate differenti: quelle del 26 ottobre e dell’11 dicembre del 2020. Durante queste quattro ore di diretta – le uniche inserite all’interno del dispositivo dell’Autorità Garante per le Comunicazioni – sono state pronunciate 247 tra parolacce e volgarità varie. Per questo motivo è stato ordinato



«alla società Radio Studio 105 S.p.a. […] titolare dell’emittente per la radiodiffusione sonora in ambito nazionale “Radio Studio 105 – Rete 105”, di pagare la sanzione di amministrativa di euro 125.000,00 (centoventicinquemila/00), al netto di ogni altro onere accessorio eventualmente dovuto, per la violazione delle disposizioni di cui all’art. 34, comma 2, del decreto legislativo 31 luglio 2005».

All’interno della delibera, firmata dal Presidente Giacomo Lasorella, viene riportata l’analisi effettuata dalla relatrice (Elisa Giomi) che ha ascoltato e riportato tutte le parolacce pronunciate dai conduttori – dal fondatore Marco Mazzoli, agli altri componenti dello Zoo di 105 (Paolo Noise e Fabio Alisei) passando per gli altri ospiti, più o meno fissi, che si alternano intorno al microfono – durante le due puntate dello scorso anno prese in esame.



Lo Zoo di 105 multato da Agcom per troppe volgarità in diretta

All’interno della delibera che ha sanzionato Radio 105 sono state ribattute tutte, ma proprio tutte, le volgarità pronunciate nelle due ore in diretta del 26 ottobre dello scorso anno e dello stesso lasso temporale della diretta dell’11 dicembre del 2020. Nel dispositivo dell’Agcom si fa anche riferimento al disclaimer mandato in onda all’inizio di ogni puntata: «Attenzione in questo programma vengono utilizzate parolacce e volgarità in generale, se siete particolarmente sensibili a certi argomenti, vi consigliamo di non ascoltarlo. Vi ricordiamo che ogni riferimento a cose e persone reali è puramente casuale e del tutto in tono scherzoso e non diffamante». Ma questo, così come la tesi difensiva dell’emittente, non ha fermato il procedimento che ha portato alla multa da 125mila euro.

«L’affermazione che, secondo la parte, la trasmissione costituisce un esempio non isolato di programmi analoghi diffusi anche via web e basati su “comicità grossolana imperniata sull’uso iperbolico di espressioni grezze, capaci di suscitare il riso sulla base di un meccanismo comico elementare che affonda le sue radici nell’antichità” non giustifica in alcun modo la messa in onda, da parte della società in parola, di contenuti radiofonici nocivi ai minorenni in violazione delle norme poste a loro tutela».

La tesi difensiva della trasmissione e dell’emittente

Insomma, a nulla sono valsi i tentavi difensivi dell’emittente per evitare la sanzione (la società, comunque, potrà impugnare questa delibera davanti al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio entro 60 giorni dalla notifica di questo atto) che si è celata dietro a giustificazioni del tipo: È «un esempio non isolato di comicità grossolana imperniata sull’uso iperbolico di espressioni grezze, capaci di suscitare il riso». Perché, secondo l’Agcom, questo atteggiamento tra il comico, l’ironico e il sarcastico non può «in ogni caso la diffusione di parolacce, turpiloquio, offese alla dignità della persona, messaggi di intolleranza e lessico omofobico».