Le 10 cose che pensavi di sapere sull’alcol (e che invece sono totalmente false)
25/09/2015 di Redazione
I luoghi comuni sull’alcol sono tantissimi, dai trucchi per evitare l’hangover a quelli per servire al meglio una buona bottiglia di vino. Molti di questi tuttavia non si basano su asserzioni scientifiche, ma su un passaparola di esperienze più o meno verificate. Il sito MentalFloss ha raccolto in 11 punti le cose che tutti abbiamo sentito sul bere, per poi smentirle.
LO CHAMPAGNE VA SERVITO FREDDO –
“La maggior parte delle persone servono lo champagne ghiacciato, ma uno studio del 2014 condotto da un’università francese ha dimostrato che le bollicine rimangono più vive quando la bottiglia è a temperatura ambiente. Lo Champagne è più frizzante a 18 gradi, mentre quella del frigorifero dovrebbe essere inferiore ai 4 gradi”. C’è però da aggiungere che lo champagne caldo non sia proprio il massimo della delizia.
I SUPERALCOLICI TI UBRIACANO PRIMA –
“Si, i superalcolici hanno un contenuto di alcol maggiore rispetto a birra e vino. Ma bevendoli alla stessa velocità l’effetto non cambia. Uno shot di liquore darà lo stesso effetto di tre litri e mezzo di birra, ma gli shot ubriacano prima perché sono assunti più velocemente”.
TUTTI ACCUSANO L’HUNGOVER –
Diversi studi, alcuni controversi, hanno dimostrato che circa il 25% dei bevitori non accusi il doposbornia. “Fortunati! È possibile che il giorno dopo non soffrano perché in realtà non hanno bevuto quanto credono di aver bevuto oppure a causa di qualche anomalia genetica”. Uno studio su due gemelli australiani ha dimostrato come la genetica sia responsabile al 45% delle differenze sulla frequenza degli hangover.
LA BIRRA FA INGRASSARE –
Tutti i tipi di alcol sono ad alto contenuto calorico. Spesso si tende ad associare una pancia rotonda al troppo amore per la birra, ma questo non è vero, si parla di birra solo perchè viene bevuta in quantità maggiori rispetto a vino o superalcolici.
“MISCHIARE” AUMENTA GLI EFFETTI DELL’HAUNGOVER –
L’ordine in cui si beve, vino, birra e superalcolici non ha importanza. Il corpo processerà l’acol allo stesso modo e qualunque sia l’ordine, se se ne assume troppo le conseguenze del giorno dopo saranno inevitabili. A meno che non apparteniate a quei fortunati 25% menzionati al terzo punto della nostra lista.
NON BISOGNA MISCHIARE I LIQUORI –
Uno dei luoghi comuni più frequenti sconsiglia di mischiare diverse tipologie di alcol, indipendentemente dalla gradazione. Alcuni ritengono vino rosso e brandy un connubio disastroso. Se è vero che i postumi da whisky sono più intensi di quelli da vodka, non è vero che i due liquori non possano essere miscelati insieme. Non c’è nulla di male nel bere gin, vodka, rum e triple sec. Quindi non preoccupatevi e ordinate pure un Long Island. Uno.
BERE UCCIDE LE CELLULE DEL CERVELLO –
Bere pesantemente per lunghi periodo di tempo non è il massimo per il cervello, ma l’alcol non uccide le cellule cerebrali come hanno tentato di farci credere. L’uso continuativo di sostanze alcoliche tuttavia compromette la funzione cerebrale nel tempo. Bere può, nel lungo periodo, danneggiare le estremità dei neuroni, rendendo più difficile la trasmissione dei segnali.
TUTTO LO CHAMPAGNE VIENE PRODOTTO A CHAMPAGNE –
Non tutto lo Champagne viene prodotto nell’omonima regione francese. Se i transalpini prendono infatti la questione molto seriamente, al punto di aver inserito una clausola di salvaguardia delle bollicine nel Trattato di Versailles, gli americani quel trattato non lo hanno mai firmato. L’industria vinicola californiana è in crescita esponenziale e dal 2005 un accordo tra Europa e Stati Uniti ha sancito il veto per questi ultimi di utilizzare la nomenclatura Champagne. Tuttavia ai produttori di vecchia data è stato concesso ugualmente di etichettare le bottiglie in questo modo.
IL GIN TONIC PREVIENE LA MALARIA –
Se è vero che il chinino, contenuto nell’acqua tonica avesse proprietà antimalariche non è vero che sia effettivamente efficace. Per assumere le quantità utili bisognerebbe berne quantità non umanamente pensabili.
(Photocredit copertina: Jasper Juinen/Getty Images)