Giorgio Chinaglia e i casalesi, tutta la storia

Il nome dell’ ex calciatore spunta nel corso di alcune intercettazioni nelle quali “Giorgione” non parla mai direttamente. La trattativa per l’ acquisto del Lanciano comunque non va in porto. Per diversi mesi gli investigatori cercano quei 21 milioni di dollari senza riuscire a trovarli. Ma si rimettono in moto quando dalle cronache vengono a sapere che alcuni nomi della loro indagine, come quelli di Zoltan e Di Cosimo, fanno capolino in una vicenda ritenuta per molti versi analoga: l’ acquisto della Lazio con denaro proveniente dall’ Ungheria e a una cifra indicata come non troppo distante da quella alla quale stavano dando la caccia. Alla luce di queste considerazioni, la Procura ritiene “del tutto probabile” che il danaro con il quale la “cordata Chinaglia” vuole mettere le mani sulla Lazio provenga «proprio dalle risorse finanziarie di Diana».

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LA PROTESTA CONTRO LOTITO – Il piano dei casalesi però si scontra con un ostacolo niente male: Claudio Lotito, coriaceo presidente della Lazio. Sul quale però arrivano come aquile (è il caso di dirlo) gli Irriducibili. Già leader della curva nord e tifosi principe della Lazio, quando sanno dell’arrivo di Long John Chinaglia si schierano con lui e arrivano a minacciare il presidente per fargli lasciare la Lazio:

«Stai attento alla tua bella mogliettina o non sarai tu l’ oggetto delle nostre attenzioni, ma tua moglie… hai presente il Circeo?». è uno dei messaggi intimidatori arrivati a casa del presidente della Lazio, Claudio Lotito, per costringerlo a lasciare e vendere il club biancoceleste colpendo i suoi affetti familiari. E quando non arrivavano più le lettere firmate «i soliti amici» cominciava a squillare il telefono. Le minacce anche in questo caso erano rivolte anche alla moglie Cristina Mezzaroma: «Deve andarsene via… Vedete di dirglielo, se non volete trovarlo morto con la gola tagliata… lui e Mezzaroma». In altri casi scattavano i cori da stadio e gli striscioni esposti in curva all’ Olimpico: «Lotito nemico della Nord», «Hai rinnegato la Nord, hai sputato su Chinaglia, Lotito boia al grido di battaglia… ».

Su di loro arriva presto la lente dei magistrati. Con accuse contestate, a seconda delle posizioni, oltre a Chinaglia anche all’ imprenditore ungherese Szlivas Zoltan e a tre leader degli Irriducibili: Fabrizio Piscitelli, Yuri Alviti, Fabrizio Toffolo.

L’INDAGINE E CHINAGLIA – Le dichiarazioni pubbliche dell’ ex bomber sulla possibile cessione della quota di controllo della Lazio ad un gruppo estero determina anomale e ripetute oscillazioni del titolo della “SS Lazio” in borsa, fino al 34%, segnalate poi dalla Consob in procura. Anche per Chinaglia viene chiesto l’arresto. Dice Repubblica:

Scrive ancora la Digos: «Di Cosimo (il mediatore tra Chinaglia e Diana, ndr) cerca un contatto con la City Bank di New York e fornisce indicazioni per approntare un fax con il quale dispone un’ operazione finanziaria di trasferimento dalla City Bank di New York alla Banca San Paolo di New York, per investimenti». Gli ultrà continuano a progettare manifestazioni di protesta contro Lotito, l’ obiettivo è quello di alzare la temperatura il più in fretta possibile. Anche perché lo stato di prostrazione dovuto alla politica del presidente della Lazio che non concede niente agli ultrà li sta distruggendo. E per loro questa vicenda sta diventando un’ ossessione: «Chinaglia e Lotito – ripete Toffolo al telefono – Chinaglia e Lotito… C’ ho solo due obiettivi in testa da 10 mesi… Il resto non mi interessa nulla». Ed è proprio il carattere ossessivo, quasi paranoico di questo interesse per le sorti della Lazio, uno degli elementi che ha portato la procura a decidere di intervenire con gli arresti.

Nel luglio del 2008 arriva il pronunciamento del Gip. E non sono buone notizie per Chinaglia e compagnia:

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