Chiara Appendino sfida Gentiloni: «Ci restituisca 61 milioni, la mia città modello di governo»

25/03/2017 di Redazione

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha rilasciato una lunga intervista a Luca Ferrua su La Stampa dove spiega come Torino e la sua amministrazione siano un modello di governo. E dove la 5 stelle attacca il governo: «Ci dia indietro 61 milioni». Si tratta dei soldi previsti dal Fondo perequativo Imu-Ici e assegnati al capoluogo piemontese da due sentenze.

Le sentenze di cui parla sono nel cassetto dal 2015, perché Torino non ha fatto questo passo prima? Perché Lecce incasserà i soldi prima di voi?
«Questa strada che intraprendiamo è un segnale politico nell’interesse di Torino e se non adempiranno spontaneamente all’esito del
giudizio di ottemperanza, sarà possibile chiedere al Consiglio di Stato di nominare un commissario ad acta che provvederà ad eseguire
la decisione del giudice. Mi auguro che non si debba arrivare a tanto».

Ma in campagna elettorale Maria Elena Boschi aveva minacciato i torinesi di perdere finanziamenti se avesse vinto Appendino?

«Mi aspetto i soldi che sono dovuti e mi attendo che tutti coloro che hanno a cuore la nostra città ci appoggino in questa battaglia, altrimenti
saremo costretti a pensare che nei confronti di Torino c’è un atteggiamento diverso perché è governata dai Cinquestelle»

L’intervista prosegue spiegando le strategie sul capoluogo piemontese e infine piomba sulla politica. 5 stelle, in senso stretto. Chi ci sarà dopo Appendino? La sindaca è davvero libera di governare la città come le pare? Lei si professa un sindaco libero, senza condizionamenti e con solo Torino davanti. Incoraggia la collega romana Raggi anche se la Capitale

«non la conosce molto bene».


Chi arriverà dopo di me? Già pensa a lasciare?

«Assolutamente no. Ma il primo dovere di un amministratore, a prescindere da qualunque carriera voglia fare, è dedicarsi alla sua città».
Cercare il consenso può aiutare a fare carriera?
«Io gestisco Torino in libertà e senza vincoli. Sono un amministratore pubblico che risponde ai torinesi. Il consenso non mi interessa, Torino viene prima di tutto».
La sua Torino può essere un modello di governo?
«Credo di sì. E credo che il nostro punto di forza sia stato individuare gran parte della squadra prima del voto e poi il senso di responsabilità nei confronti della città e del ruolo». (…)

Libertà e autonomia sono quindi il segreto del vostro successo, come la distanza dai vertici nazionali del movimento?
«No, non è così, Fraccaro e Casaleggio sono un supporto chiave. Non sono mai invadenti. Ci aiutano nelle singole battaglie. A Torino c’è un buon mix tra la
spinta del territorio e l’aiuto nazionale. È chiaro che il sindaco risponde al territorio e ai cittadini e con loro ci mette la faccia»

(in copertina foto ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

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