«Le accuse su Trump spiato per ordine di Obama sono letteralmente ridicole»

17/03/2017 di Andrea Mollica

Donald Trump non è stato intercettato telefonicamente su ordine di Barack Obama. Lo hanno sostenuto le commissione sui servizi segreti di Camera e Senato americani, che hanno concluso di non aver trovato alcuna prova alla denuncia del presidente. Ancora più forte è stata la smentita alle dichiarazioni del portavoce della Casa Bianca, arrivata dall’agenzia britannica GHCQ, responsabile dell’intelligence sulle comunicazioni. Sean Spicer aveva ripreso le dichiarazioni di un ex giudice ora commentatore di Fox News, Andrew Napolitano, che aveva dichiarato come diverse fonti dei servizi segreti gli avessero detto come l’agenzia del Regno Unito abbia spiato Trump per fare un favore a Obama. Parole respinte dal portavoce di GHCQ , che ha definito letteralmente ridicole le accuse di Napolitano riportate da Sean Spicer durante una conferenza stampa. Secondo l’agenzia di intelligente del Regno Unito le parole di Andrew Napolitano sono insensate, e devono essere ignorate vista la loro completa infondatezza. I principi media britannici rimarcano la peculiare durezza della presa di posizione di GHCQ; normalmente le agenzie di intelligente tendono a evitare dichiarazioni pubbliche, e quando sono costrette a farlo utilizzano toni assai meno duri. Definire letteralmente ridicole le dichiarazioni di un esponente importante dell’amministrazione Trump come il portavoce della Casa Bianca, la voce del presidente sui media americani e mondiali, non ha precedenti. Come tutta la storia dello spionaggio di Trump, iniziata dal presidente per rispondere alle accuse e ai sospetti sui legami dei suoi uomini con la Russia. Il presidente aveva attaccato il suo predecessore per aver deciso di intercettarlo, un attacco durissimo contro Barack Obama fatto senza citare alcuna prova. La Casa Bianca sta cercando di confermare la posizione del capo di Stato americano, senza esser costretta a smentirla, anche ricorrendo a opinioni di giornalisti di nota fede repubblicana come Andrew Napolitano. Nel frattempo è emerso come Michael Flynn sia stato pagato da ambienti russi prima di esser nominato consigliere della Sicurezza di Trump, ruolo a cui poi ha rinunciato per aver mentito sui contatti con l’ambasciatore di Mosca.

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