Referendum Jobs Act, la Consulta deciderà l’11 gennaio: eventuale voto entro giugno

14/12/2016 di Redazione

Referendum Jobs Act. La Corte costituzionale esaminerà nella camera di consiglio dell’11 gennaio 2017, in aggiunta alle altre cause già fissate, l’ammissibilità delle richieste relative a tre quesiti abrogativi tutte concernenti disposizioni in materia di lavoro, comprese misure presenti nel Jobs Act, la riforma del governo Renzi. Le richieste sono già state dichiarate conformi a legge dall’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione, con ordinanza depositata il 9 dicembre 2016.

REFERENDUM JOBS ACT, RACCOLTA FIRME CGIL

A presentare le firme (oltre 3 milioni) per i tre quesiti di referendum abrogativi era stata la Cgil. Il 9 dicembre scorso la Cassazione ha poi vagliato la validità delle sottoscrizioni depositate e trasmesso la sua ordinanza con il via libera ai quesiti alla Consulta, che ora dovrà verificarne la conformità alla Costituzione.

 

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REFERENDUM JOBS ACT, TRE QUESITI

Le tre richieste di referendum abrogativo riguardano in primis le norme sui licenziamenti illegittimi, contenute nel Jobs act, e dunque sul superamento della tutela reale dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, sostituita con l’indennizzo economico. Inoltre, un quesito chiede di abrogare le norme sui ‘voucher’ e il lavoro accessorio, mentre un altro quesito è rivolto a cancellare la limitazione sulla responsabilità solidale in materia di appalti.

REFERENDUM JOBS ACT, EVENTUALE VOTO TRA APRILE E GIUGNO

La Cgil aveva avviato la sua raccolta di firme il 9 aprile scorso, per depositarle poi in Cassazione il primo luglio. Se la Consulta darà il suo via libera, il referendum si svolgerà, come prevede la legge, tra il 15 aprile e il 15 giugno.

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit: Jin Yu / Xinhua via ZUMA Wire)

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