Libia uccisi due dei quattro italiani rapiti in Libia

03/03/2016 di Redazione

LIBIA: UCCISI DUE ITALIANI RAPITI, IL PUNTO

Secondo quanto si è appreso i due ostaggi italiani, i tecnici Fausto Piano e Salvatore Failla sarebbero stati uccisi mentre stavano per essere trasferiti da un covo all’altro. Erano stati separati da tempo dagli altri due connazionali, i colleghi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno. Ieri, a Sabrata, si trovavano a bordo di uno dei mezzi di un convoglio dell’Isis attaccato dalle forze di sicurezza libiche. Negli scontri oltre ai due italiani sono morti almeno otto jihadisti. Secondo Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, gli italiani sono stati rapiti da “organizzazioni con una connotazione principalmente criminale più che jihadista”. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha espresso forte preoccupazione. Il legale della famiglia Failla, Francesco Caroleo Grimaldi, ha riferito di aver sentito la moglie di una delle due vittime. «E’ disperata e chiede che il suo dolore sia rispettato. Non c’è ancora assoluta certezza che sia proprio suo marito uno dei due italiani rimasti uccisi in Libia. Per questo sta vivendo queste ore con infinita angoscia». La ditta Bonatti ancora non commenta.

ore 19.24 – Romano Prodi ha parlato della situazione in Libia riferendo della morte dei due nostri connazionali nel Paese: “Penso più a qualcosa di deliberato che non a un incidente. Per l’Isis avere quattro ostaggi italiani è una formidabile forma di pressione”. Prodi ha inoltre detto no all’ipotesi di una divisione della Libia in tre Paesi distinti: “Ci sarebbe la corsa delle potenze straniere ad avere influenza su uno dei tre Paesi. Allo stato le uniche cose che uniscono la Libia sono la banca centrale e l’ente petrolifero che gestisce il petrolio”.

ore 18.53 – Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, ha spiegato dopo l’audizione di Marco Minniti come i corpi dei due italiani uccisi “siano in mano ai miliziani locali. Pensiamo di riuscire a riportare in Italia i corpi di Piano e Failla. In base alle ricognizioni fotografiche è altamente probabile che i corpi siano i loro”.

ore 18.00 – Marco Minniti, sottosegretario con delega all’Intelligence in audizione al Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti avrebbe dichiarato che gli altri due italiani rapiti in Libia, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, sarebbero vivi.

ore 17.49 – Secondo Esam Krair, capo del “Sabratha Media Center” citato dall’Associated Press i corpi dei due italiani sarebbero stati trovati armi in pugno. Le milizie locali che combattono l’Isis hanno attaccato due mezzi dell’Isis a circa 35 km a sud di Sabratha, uccidendo i nove che viaggiavano a bordo dei veicoli. In un primo momento i miliziani hanno pensato che i due fossero siriani a causa della carnagione chiara. I loro “compagni di viaggio” erano di origine nordafricana e sub-sahariana: “Contatteremo le autorita’ italiane e spero recuperino i corpi per le indagini”.

ore 14.49 «Renzi ha le mani sporche di sangue tanto in Libia quanto in Italia. In Italia tifa e libera i delinquenti sull’immigrazione è complice del terrorismo internazionale. Mentre dalla Libia giungono delle notizie, Mattarella si vanta sull’ avanguardia dell’Italia: o sono matti o sono complici sia Renzi che Mattarella. Speriamo che le notizie che arrivano siano infondate». Lo afferma Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa alla Camera.

ore 14.46 «Nella zona di Sabrata, sulla costa occidentale della Libia, risulta che questi quattro nostri connazionali fossero stati sequestrati e tenuti da parte di organizzazioni con una connotazione principalmente criminale più che jihadista». Lo ha detto al Tg1 Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, in merito alla morte di due dei quattro italiani rapiti. «Si tratta – ha spiegato Massolo – di una zona di intensi combattimenti, dalle foto purtroppo ci sono somiglianze con i due tecnici della Bonatti. Non abbiamo i corpi, dobbiamo aspettare di averli per le autopsie. Ci sono altri due italiani da salvare, non dobbiamo dire o fare cose che possono compromettere l’attività in corso».

ore 12.09 Nessun commento per ora da parte dei vertici della Impresa Bonatti, l’azienda parmigiana per cui lavorano Fausto Piano e Salvatore Failla. “Non siamo autorizzati a rilasciare alcun commento”, rispondono all’Ansa. L’azienda attende insomma di avere maggiori riscontri prima di esprimersi con una nota ufficiale

ore 11.50 Un testimone libico, rientrato a Tunisi da Sabrata, ha riferito all’ANSA che i due ostaggi italiani “sono stati usati come scudi umani” dai jihadisti dell’Isis, morti ieri nei pressi di Surman.

ore 11.25 Fausto Piano, 60 anni di Capoterra, centro a circa 20 chilometri da Cagliari, è uno dei due tecnici rapiti e probabilmente uccisi durante in una sparatoria nella regione di Sabrata. L’uomo lavorava come meccanico per l’azienda Bonatti e spesso si recava in Africa. Benvoluto dal suo paese natale spesso ci tornava in vacanza con il figlio che fa lo stesso mestiere. Per Fausto fu organizzata, alcuni giorni dopo il suo rapimento, una fiaccolata silenziosa a Capoterra.

Sono stati forse uccisi due dei quattro italiani rapiti in Libia. I dubbi li solleva la Farnesina stessa con un comunicato:

«Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali, la Farnesina informa che da tali immagini e tuttora in assenza della disponibilità dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni “Bonatti”, rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla. Al riguardo la Farnesina ha già informato i familiari. Sono in corso verifiche rese difficili, come detto, dalla non disponibilità dei corpi».

libia italiani uccisi
Mellitah, l’area del rapimento in Libia (Gmaps)

LEGGI ANCHE:  Sequestro Libia, Gentiloni: «Prematuro parlare di ragioni politiche»

LIBIA: COME SONO STATI RAPITI I 4 TECNICI ITALIANI

I quattro italiani sono stati rapiti nel luglio 2015, lungo il tragitto dalla Tunisia a Mellita, vicino alla località di Zuwara, che ricade nella sfera d’influenza del governo di Tripoli. I quattro sono dipendenti della società di costruzioni Bonatti di Parma e lavoravano presso alcuni impianti petroliferi nord-africani, per attività di sviluppo, trasporto e manutenzione. L’Unità di crisi del ministero degli Esteri si attivò subito per seguire il caso. In passato rapimenti simili si sono risolti senza conseguenze per i rapiti. Il sottosegretario con delega ai servizi Marco Minniti, nel corso di un’audizione al Copasir, scartò l’ipotesi di un legame tra i rapitori di Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla ed i trafficanti arrestati nelle settimane precedenti in Italia. Il sequestro, secondo Minniti, non poteva «merce di scambio». Anzi, per il sottosegretario quella era una «via impercorribile».

(Ansa / Immagine di repertorio)

Share this article