L’ISIS usa l’hashtag #justinbieber per diffondere la sua propaganda

26/01/2016 di Redazione

ISIS video

per diffondere uno dei suoi filmati di propaganda il sedicente califfato ha “sequestrato” l’hashtag #justinbieber attraverso i suoi account social, in modo da aumentare la diffusione delle immagini. L’ennesimo episodio in cui ISIS dimostra di voler utilizzare i social media per raggiungere il maggior numero di persone, consapevole di come Facebook e Twitter abbiano dato un contributo rilevante alla radicalizzazione dei nuovi miliziani.

NUOVO VIDEO ISIS

Justin Bieber ha più di 70 milioni di follower su Twitter, una delle star più seguite su questo social media. ISIS ha provato a sfruttarne la fama diffondendo il suo nuovo video attraverso l’hashtag #justinbieber, affiancato agli hashtag #isis e #isil, gli acronimi inglesi con cui è chiamata l’organizzazione terroristica guidata da Abu Bakr al-Baghdadi. Il sequestro dell’hashtag di Justin Bieber è stato realizzato per propagandare un video intitolato «Messaggio all’Occidente islamico», inizialmente diffuso attraverso i canali dell’ISIS. Il filmato è lungo 15 minuti, realizzato con il solito stile altamente professionale, e mostra l’esecuzione di quattro uomini, che sono giustiziati con colpi alla testa dietro la nuca. Nel video i quattro prigionieri sono fatti inginocchiare dai boia dell’ISIS, con le loro mani legate. Nel filmato ci sono immagini che riprendono diversi attacchi svolti dalle milizie jihadiste, così come un appello al reclutamento rivolto ai musulmani che vivono in Occidente. Nel video ISIS diffuso via #justinbieber c’è anche la rappresentazione di un martirio, con un jihadista mostrato mentre entra in una macchia piena di esplosivo, che verrà poi fatta esplodere contro una base nemica, probabilmente in Siria.

VIDEO ISIS ESECUZIONI

I video ricoprono un ruolo centrale nella propaganda dell’ISIS. Realizzati in modo professionale e piuttosto costosi, i filmati mirano a rafforzare l’immagine di forza e fascino del sedicente califfato, così come l’eroismo dei sui miliziani. Un’estetica utilizzata per attrarre il maggior numero di foreing fighters verso la Siria e l’Iraq, così come aumentare le simpatie verso l’ISIS negli ambienti musulmani, più o meno radicali. Come mostrano diverse ricerche descritte da Spiegel Online, gli algoritmi utilizzati dai social media così come dai motori di ricerca tendono a rafforzare le inclinazioni degli utenti anche in ragione delle informazioni acquisite su questi strumenti di comunicazione. I complottisti, affiliandosi a pagine Facebook o seguendo account Twitter di un certo orientamento, diventano più complottisti, così come chi ha simpatie per il fondamentalismo sunnita propagandato dai terroristi è portato a diventare più radicale grazie ai video o ai post letti sulle sue fonti di informazione preferite. I social media sono così diventati strumenti fondamentali per il reclutamento dei nuovi terroristi, una tendenza sfruttata da ISIS nonostante i ripetuti blocchi subiti su Facebook così come su Twitter. L’ultimo video diffuso sotto l’hashtag #justinbieber ne è una dimostrazione, con un nuovo account creato per l’occasione, e che è già stato sospeso da Twitter.

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