Le inumane torture di un “padre” a moglie, figli e cane di famiglia: «Passiamo il tempo… vi picchio»

Una storia dell’orrore quella che arriva da Padova, dove un 39 è stato oggetto di un’ordinanza di custodia cautelare per i maltrattamenti inflitti ai familiari. La storia la racconta il Mattino di Padova

LE TORTURE ALLA FAMIGLIA

Un quadro orribile

A fare scattare l’inchiesta affidata alla Squadra mobile, è stata la 16enne: non ne poteva più di quel padre, solo di nome. Così a settembre si rivolge al recapito di “Telefono Azzurro” e racconta quello che succede tra le pareti domestiche. [….] «Quando si faceva la doccia, ci costringeva ad asciugargli i piedi…», hanno raccontato, «Poi ci costringeva a picchiarci tra noi mentre lui guardava. E se fingevamo, erano cinghiate… Capitava che ci bruciasse con la fiammella dell’accendino sotto le ascelle. E se si svegliava nel cuore della notte, ci costringeva a fargli da mangiare… Più volte per diverse ore ha chiuso la mamma legata, e anche noi, dentro un armadio».

E ancora

Non basta: figli costretti a stare per ore in ginocchio davanti al padre che li frustava, chiamati «schiavi, p…, stupidi»; figli presi a cinghiate affinché piegassero la schiena forse in segno di riverenza verso l’uomo e, ancora, figli costretti a subire morsi al naso e alle braccia e a stare zitti quando il padre, con una pinza, storceva loro il dito. «Un giorno ha legato mani e piedi nostra madre, l’ha torturata con un cacciavite e le ha passato sull pelle la fiamma dell’accendino» hanno ancora rammentato. E la bambina più piccola, oggi 12enne? Il papà (si fa per dire) usava il suo seno come un cuscino dove affondare la testa e fare altro come se quel rapporto filiale non esistesse, mentre lei, terrorizzata, subiva. «Un giorno ha infilato il collare del guinzaglio al nostro cane e lo ha impiccato al termosifone… E rideva. Un’altra volta lo ha chiuso in lavatrice. Abbiamo provato a difenderlo ma lui ci picchiava» si sono sfogati tra le lacrime i ragazzi, ospiti in una comunità protetta insieme alla mamma da fine ottobre, «Faceva tutto questo per divertimento. Per noi c’era una sberla al giorno: voleva sentirsi onnipotente. Quando non sapeva cosa fare diceva: “Passiamo il tempo… vi picchio”».

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