La procura di Genova dichiara guerra a Popcorn Time

La procura di Genova blocca l’accesso a Popcorn Time, il cosiddetto “Netflix” pirata. Nello specifico la Guardia di Finanzia ha chiesto ai provider di impedire l’accesso ai siti dove si scarica il programma. Sotto sequestro sono i portali con estensione .io, .com e .se e la versione beta del programma italiano. Popcorn Time offre anche lo scambio peer to peer agli utenti interessati. Effettua lo streaming di copie di film e serie TV attraverso i torrent disponibili in rete, utilizzando come principale risorsa il sito web YTS. Anche se il sito (con queste estensioni) risulta accessibile non è possibile per i nuovi utenti usufruire dei vantaggi del noto programma.

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PORCORN TIME: L’ITALIA PIONIERE SUI DIRITTI D’AUTORE

– L’Italia è il primo Paese a eseguire un ordine di questo genere, una sorta di “provvedimento d’avanguardia” mentre oltreoceano e in Norvegia i produttori dei film continuano a denunciare gli utenti che scaricano il software. L’azione della procura ligure è comunque debole dato che i server che ospitano i siti si trovano all’estero ed è sufficiente intervenire sui DNS per aggirare l’ordinanza. Chi ha già scaricato il software potrà comunque continuare a guardare i film.

POPCORN TIME: GLI ALTRI CASI E I PARADOSSI DEL SEQUESTRO

– Napster, primo servizio peer to peer di musica, per esempio aveva un server centrale per consentire la condivisione. Questo è stato il suo punto di debolezza a differenza di eMule o uTorrent che non hanno un server centrale. Non solo. Le azioni della procura creano pubblicità ai portali pirata, sconosciuti ai più. Un esempio è il caso di Cineblog01, bloccato ad aprile 2014, che ha visto raddoppiare i suoi utenti (oltre due milioni a febbraio 2015). Più visibilità vuol dire semplicemente più interesse a investire nella pubblicità presente in quegli spazi.
Spesso le pretese delle procure possono esser formalmente rifiutate. L’avvocato Fulvio Sarzana ha ricordato sulle pagine de Il Fatto Quotidiano che in Israele la Corte distrettuale di Tel Aviv ha rifiutato di omologare l’accordo intercorso tra i Provider Israeliani e le Associazioni di tutela del Copyrigt difendendo, si fatto, i siti che permettono di scaricare software o di avviare peer to peer di questo tipo.

POPCORN TIME: COSA SUCCEDE IN ITALIA

– Il sequestro impedisce solo a nuovi utenti (italiani) di scaricare il programma da Popcorn time con le estensioni sopra citate. L’ordinanza della procura, anche se debole, è comunque un primo passo nella lotta alla pirateria contro i siti che distribuiscono un programmi BitTorrent.

(In copertina foto da Popcorn Time/Facebook)

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