Agenzia delle Entrate, paralisi sui controlli. Rischio buco da 5 miliardi

C’è già un miliardo e mezzo di euro da recuperare. E la cifra potrebbe essere più consistente. Tanto, spiega il Corriere della Sera, sono costati per ora, in termini di mancati incassi dalla lotta all’evasione, gli effetti del verdetto della Consulta che ha dichiarato illegittimi gli incarichi dirigenziali attribuiti a 800 funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Una situazione di paralisi per l’ente, con l’attività di verifica quasi bloccata. Rispetto al 30% di accertamenti sintetici a carico di imprese e professionisti in programma, secondo alcune fonti consultate dal quotidiano non si sarebbe andati oltre il 18%. Per questo in base alle stime dei 10 miliardi ricavati ogni anno dagli accertamenti (sul totale dei 14 che l’Agenzia recupera dall’evasione) potrebbe entrarne soltanto la metà.

AGENZIA DELLE ENTRATE, LA PARALISI –

Anche i rimborsi dell’Iva procedono in maniera lenta (quasi 9 i miliardi restituiti ogni anno a oltre 50 mila imprese, ndr). Spiega il Corsera:

«Da maggio non ci sono più dirigenti che firmano gli atti. E nel frattempo il contenzioso presso la giustizia tributaria, che a marzo aveva raggiunto i suoi minimi storici, è riesploso. Le Commissioni provinciali sono sommerse da richieste di accesso agli atti presentate dai contribuenti, mirate solo alla verifica delle firme sugli atti e finalizzate all’annullamento di quelli sottoscritti dai dirigenti decaduti dopo la sentenza della Consulta. A Roma, nella sede centrale di Via Cristoforo Colombo, hanno dovuto metter su un ufficio apposta per consentire l’accesso agli atti, una volta autorizzato dalla Commissione. È una piccola processione di contribuenti, avvocati e commercialisti che arrivano, entrano in una stanzetta, si fanno fare le fotocopie degli atti che riguardano le nomine e se ne rivanno. Il più delle volte soddisfatti perché in tasca hanno un’ottima carta per annullare, per vizio di forma, anche le più sacrosante pretese del Fisco. Chi ha firmato non è un dirigente assunto per concorso come vuole la legge, ma un funzionario «incaricato di funzioni dirigenziali». E l’atto si annulla, come stanno facendo i tribunali della giustizia tributaria. La situazione, ha detto il direttore dell’Agenzia, Rossella Orlandi, l’altro giorno in Parlamento, «in alcuni casi è letteralmente ingestibile». Non è difficile da credere, se si pensa che in Lombardia, la sede più importante, dove si recupera il 30% del gettito “spontaneo” e il 40% di quello che viene dall’attività di accertamento, sono rimasti in servizio appena quattro (4) dirigenti: un direttore generale e tre sottoposti, uno dei quali andrà in pensione a settembre. Nella prima fase dopo la sentenza, la tenuta del sistema era stata garantita dagli ex incaricati, ma da maggio si va avanti con l’assegnazione di interim ai pochi (trecento) dirigenti rimasti»

AGENZIA DELLE ENTRATE, UFFICI SENZA DIRIGENTI –

Nei 107 uffici di controllo in cui è articolata l’Agenzia, i dirigenti rimasti in sella sono appena cinque, mentre sono dirigenti con incarichi provvisori a gestire nelle sedi regionali gli uffici preposti all’Antifrode e quelli delegati ai rapporti con i Grandi Contribuenti:

«Il tutto in un contesto quasi surreale. Con i dirigenti nominati senza concorso «retrocessi» al loro ruolo di funzionari dopo la sentenza della Consulta, e con un terzo dello stipendio in meno, gli altri che attendono gli sviluppi per giocarsi le proprie carte, i pochi dirigenti rimasti che non sanno più dove mettere le mani e le rappresentanze sindacali che attendono al varco il governo. Una situazione «ingestibile», come dice la Orlandi, e pericolosa per il gettito, alla quale, dopo ben quattro mesi di riflessione, il governo ha deciso di metter mano. Venerdì è stato presentato in Commissione al Senato un emendamento al decreto legge enti locali, col quale, nelle more del concorso per l’assunzione dei nuovi dirigenti, l’Agenzia potrà riempire i vuoti con 580 posizioni speciali, che potranno essere affidate temporaneamente ai funzionari, ma sulla base di una specifica «procedura selettiva». A delegare le funzioni, dice l’emendamento, dovrebbe essere non l’Agenzia in quanto tale, ma gli stessi 300 dirigenti rimasti, che si spoglierebbero degli interim»

 

In pratica, la situazione è a dir poco caotica. L’intenzione del governo è quella voltare pagina, sfruttando la corsia veloce del decreto enti locali, che dovrebbe essere convertito in legge da Camera e Senato prima della pausa per le vacanze estive. Serviranno mesi, spiega il Corriere della Sera, affinché parta il nuovo concorso per i ruoli dirigenziali all’Agenzia:

«Sempre che anche il nuovo bando non cada sotto la scure dei sindacati e della giustizia amministrativa. Dei cinque concorsi per i dirigenti lanciati dall’Agenzia dalla sua nascita, il 2001, nessuno, tra Tar e Consiglio di Stato, è mai arrivato a compimento»

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