Matteo Renzi: «Dal primo giugno pagheremo le pensioni al primo di ogni mese»

«Il decreto legge, il cui testo sarà consegnato dopo averlo trasmesso alla Camera e al Senato, contiene alcune interessanti novità: dal primo di giugno pagheremo tutte le pensioni al primo del mese». Così Matteo Renzi in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera al decreto sulle pensioni. Renzi ha poi aggiunto che sono stati stanziati i soldi per il ripristino del viadotto dell’A19 crollato in Sicilia.

Matteo Renzi: «dal primo giugno pagheremo le pensioni al primo di ogni mese»
(SERGEI KARPUKHIN/AFP/Getty Images)

«L’ABOLIZIONE DEL BLOCCO DELLE INDICIZZAZIONI? COSTA 18 MILIARDI DI EURO» –

Renzi ha anche intervenuto sulla sentenza della Consulta che ha definito incostituzionale il blocco dell’indicizzazione delle pensioni, spiegando che la misura accolta in toto costerebbe 18 miliardi di euro, soldi che, continua Renzi: «sarebbero tolti agli asili, alle infrastrutture, ai dipendenti…Una cifra molto molto grande». E Matteo Renzi se la prende con chi critica la scelta dell’esecutivo di dare 500 euro a 3,7 milioni di pensionati oggetto della “restituzione”: «Quando questo provvedimento è stato votato, io tappavo le buche nella città di Firenze. Dire ‘restituite tutto’ e’ ridicolo da parte di chi quella norma l’ha votata, è proprio il colmo».

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LE CIFRE DELLA NUOVA RIVALUTAZIONE: 180 EURO L’ANNO PER CHI PRENDE 1.700 EURO LORDI –

Matteo Renzi ha spiegato che il nuovo decreto prevede la rivalutazione delle pensioni: «Chi prende una pensione di 1700 euro lordi avrà una rivalutazione di 180 euro all’anno. Chi prende 2.200 euro avrà una rivalutazione di 99 euro. Per chi prende 2.700 euro di pensione sarà di 60 euro l’anno». Il Presidente del Consiglio ha poi dato altre cifre sicuramente interessanti per i pensionati, parlando di un bonus di 750 euro per il primo agosto: «Se prendi 1.700 euro lordi di pensione, avrai il primo agosto il bonus Poletti di 750 euro, se ne prendi 2.200 circa 450, euro più euro meno, mentre quelli sopra i 3,200 euro di pensione non riceveranno alcunché». E questa è l’occasione per rispondere a coloro che insinuano il dubbio che il tutto dipenda dalle elezioni del prossimo 31 maggio: «Non abbiamo fatto le corse per non sentirci dire che lo facciamo in vista delle elezioni, è una follia».

IN FUTURO UN PROVVEDIMENTO CHE CONSENTE UN’USCITA ANTICIPATA DAL LAVORO –

Matteo Renzi ha anche spiegato che gli interventi sulle pensioni non si esauriscono con questo decreto ed ha spiegato che entro la legge di stabilità ci saranno altri provvedimenti che punteranno a «lasciare maggiore flessibilità in uscita e dare un po’ più di spazio» a che vuole andare in pensione prima, rinunciando a parte dell’assegno. E per esporre il provvedimento Renzi ha fatto l’esempio di una nonna col nipotino: «Se una donna a 62 anni preferisce stare con il nipotino rinunciando 20-30 euro ma magari risparmiando di baby sitter bisognerà trovare le modalità per cui, sempre con attenzione ai denari, si possa permettere a questa nonna di andarsi a godere il nipotino».

IL MESSAGGIO ALL’EUROPA ED AI MERCATI –

Il Presidente del Consiglio ha inoltre spiegato che si deciso per una soluzione immediata del nodo pensioni per «dare un messaggio forte ai nostri partner europei: in Italia non si scherza e non si gioca sulle pensioni». Il messaggio, ha continuato il Premier, è rivolto anche «ai mercati internazionali e ai pensionati, e lo facciamo partendo da presupposti che la grande questione delle pensioni va affrontata».

USATO IL TESORETTO DI 2,18 MILIARDI –

Renzi ha inoltre rivendicato la «risposta in tempi molto stretti» data dal governo alla sentenzadella Corte Costituzionale, «perchè noi la sentenza l’abbiamo appresa dalle agenzie e abbiamo avuto 15 giorni per trovare una soluzione. E lo abbiamo fatto nella dinamica di tenacia e determinazione che ci è propria». Renzi ha poi aggiunto che per finanziare la politica sulle pensioni verrà usato il tesoretto a disposizione di 2,18 miliardi, aggiungendo che «paradossalmente le pensioni avrebbero dovuto essere abbassate di qualche euro per il coefficiente legato al Pil, invece con questo intervento non decrementiamo le pensioni». E quel tesoretto, conclude Renzi, fa parte di «quella meravigliosa parentesi rosa del Def, la differenza tra 2,5 e 2,6 per cento di deficit che voi giudicavate inesistente».

(Photocredit copertina THIERRY CHARLIER/AFP/Getty Images)

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