Incidente Monza, perché l’autista non è in carcere

Al comando dei vigili di Monza si è presentato al volante del suo suv Audi Q5 grigio. Lo stesso con il quale il presunto pirata è ora accusato di aver provocato un incidente costato la vita al quindicenne Elio Bonavita. Ai vigili ha raccontato di “non essersi accorto di nulla”, per colpa della pioggia.

IL PIRATO DI MONZA SI È COSTITUITO: ORA È INDAGATO, MA A PIEDE LIBERO –

L’uomo, un manager brianzolo di 46anni, è adesso indagato con le accuse di concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e omissione di soccorso. Ma non è stato disposto alcun provvedimento cautelare nei suoi confronti, perché non ci sono gli estremi di legge (la custodia cautelare in carcere può essere disposta soltanto quando ogni altra misura risulti inadeguata. Non quando siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari, ovvero inquinamento prove, reiterazione reato, pericolo di fuga). Eppure da più parti si invoca oggi una modifica delle norme e l’introduzione del reato di omicidio stradale.

Non c’è stata alcuna confessione, l’uomo ha soltanto ammesso di essere stato alla guida del Suv nell’ora dell’incidente, in quel tratto di strada. Sarà ora il magistrato di Monza Manuela Massenz a decidere quale sia stata la dinamica dell’incidente: è stato incaricato un perito per verificare la velocità del veicolo. Ma, sottolinea “Repubblica”, ci sono pochi dubbi che sia stato l’uomo che si è presentato al comando dei vigili a entrare in viale Brianza, proveniente da via Ramazzotti, e aver dato il via alla spaventosa reazione a catena. Secondo i primi rilievi, quando la sua Audi Q5 non ha rispettato la precedenza immettendosi in viale Brianza, una Range Rover Evoque guidata da un 37enne avrebbe sterzato a sinistra per evitare l’impatto, invadendo la carreggiata opposta e scontrandosi con la C1 in cui viaggiavono la giovane vittima e la madre (in gravi condizioni). Anche per l’uomo che viaggiava in Range Rover valgono le stesse ipotesi di reato, esclusa l’omissione di soccorso. Ora dovranno essere i periti a chiarire tutto. Intanto alle 17 in ventiquattro città italiane, compresa Monza, davanti alle prefetture ci saranno manifestazioni per invocare l’introduzione del reato di omicidio stradale.

 

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