La ballerina e il fantasma dell’anoressia

05/12/2011 di Ferma Restando

Parla Mariafrancesca Garritano, danzatrice della Scala

Nel mondo del ballo l’anoressia e l’infertilità sono piaghe diffuse di cui nessuno parla: ad alzare il velo di quella che lei definisce vera e propria “omertà” si arrischia Mariafrancesca Garritano, ballerina del teatro alla Scala di Milano che racconta le cose che non si sanno, quelle che rimangono dietro le quinte e che, una volta svelate – lei pensa – potrebbero costargli l’ingaggio in futuri spettacoli, anche di grande pregio. Ma secondo lei questi sono problemi talmente grossi che non si può non parlarne.

MAGRE E DANNATE – Tutto parte direttamente dai vertici: sono i registi, i direttori teatrali e gli insegnanti di danza a spingere perché le ballerine abbiano “il corpo perfetto”. “Io ho un’esperienza personale al riguardo”, dice la ballerina italiana, che balla fin da adolescente: “Quando ero giovane soffrivo di anoressia e arrivai a pesare 43 chili. Non pensavo di essere grassa ma”, comunque, “gli insegnanti continuavano a dirmi che dovevo dimagrire se volevo essere selezionata. Mi chiamavano mozzarella o polpetta”. Per ben diciotto mesi “non ho avuto il ciclo”, dice la Garritano, e “soffrivo di problemi intestinali”. Questa situazione, come dicevamo, non è solamente sulle spalle della Garritano: “So di moltissime mie colleghe che fanno fatica a concepire proprio per problemi di anoressia, di bulimia o di altri disordini alimentari; credo che una ballerina su cinque alla scala abbia di questi problemi”. Scene impressionanti: “Non è raro ascoltare ballerine parlare dei loro due cracker per colazione, dello yogurt mangiato per pranzo e della mela per cena, per essere sicure di entrare nei tutù. So di ballerine che fanno a gara a chi mangia di meno”. Nessuno dalla Scala conferma le affermazioni della Garritano, che si riferisce anche alla scena del film Black Swan con Nathalie Portman in cui Nina sta male dopo aver mangiato una fetta di torta: “Non ho mai sentito di eventi simili, ma il film in generale non è così lontano dalla realtà” .

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