Roma, bilancio: “Non possiamo tappare i buchi di Atac”

Roma, la partita dell’assestamento di Bilancio del Campidoglio viaggia spedita ma non troppo. Il sindaco Ignazio Marino ha tutta l’intenzione di presentarsi sabato alla Conferenza programmatica del Partito Democratico romano con l’approvazione in tasca, ascoltare i suoi colleghi di partito “da osservato speciale” e finire la settimana con l’ormai certo “mini-rimpasto”. Ma gli ostacoli sulla sua strada non sono pochi. 

LA VARIAZIONE DI BILANCIO – Primo fra tutti ci sono i buchi delle municipalizzate da ripianare. Massimo Varazzani, commissario straordinario al debito di Roma Capitale, conferma al Messaggero che fra attivi e passivi, tutto compreso, la gestione commissariale dispone di 7 miliardi che però non potranno essere utilizzati per tappare i buchi delle municipalizzate: “Noi possiamo pagare solo debiti di Roma Capitale precedenti all’aprile del 2008. Se il Comune vuole che ripaghi debiti Atac o Ama deve riconoscerli come suoi, segnalandoli anche alla procura della Corte dei Conti”. Varazzani afferma che già sarebbero state avanzate richieste alla gestione pre-2008 perché pagasse 78 milioni di euro del debito “di Ama verso la Colari di Manlio Cerroni per il lodo su Malagrotta”. Ma “ho spiegato loro che non era possibile, che non posso ripagare il debito delle municipalizzate“.

aula-giulio-cesare

QUALCOSA NON TORNA – Insomma, Roma Capitale dovrà fare da sola per portare a casa la correzione di bilancio da 222 milioni di euro presentata ieri in aula dalla “sindachessa”, l’assessore al bilancio Silvia Scozzese. L’organismo di revisione economico finanziaria del Comune ha spulciato la manovra e ha dato “parere favorevole con riserva”: come a dire che ci sono appunti da fare, e pesanti.

Nell’assestamento di bilancio, spiega Repubblica, ci sono 53 milioni di euro messi a bilancio come “maggiori entrate”, delle quali però, dice l’Oref, “non si riesce ad avere contezza”. Ci sono poi 50 milioni di euro di oneri aggiuntivi che il Comune deve pagare per il trasporto pubblico locale, conseguenti al lodo Atac-Roma Tpl; in parte questi soldi saranno caricati sulla gestione commissariale, anche se per l’Oref “non sarebbe chiara la modalità di ripartizione”. Secondo la Scozzese questi rilievi sarebbero “totalmente fuori contesto” tanto da aver spinto l’assessore a “segnalare al ministero dell’Interno lo sconfinamento dell’Oref”.

RIMPASTO O RIMPASTINO ? – Sullo sfondo, la partita del rimpasto: ed è proprio il caso di dire che la montagna sta per partorire il topolino. Si è passati da un azzeramento totale della giunta, alla nomina di un vicesindaco di peso, ad un semplice rimescolamento di deleghe. Una scelta minimal, dunque, scrive il Messaggero: per due motivi, almeno. Il primo è che, scriveva il Corriere della Sera, attualmente è  una vera e propria impresa trovare qualcuno che voglia entrare nella giunta Marino: tutti i nomi che sono circolati si sono velocemente sfilati o non sono graditi a qualche livello della complessa partita (locale, comunale, nazionale). Il secondo motivo è che il Partito Democratico romano avrebbe rimesso la pistola in fondina: l’idea è quella di accettare, per ora, un rimescolamento soft e tenere pronta addirittura la mozione di sfiducia, nel caso si tornasse al voto a livello nazionale entro la prossima primavera (e il candidato, scelto da Renzi, sarebbe a quel punto Paolo Gentiloni). Dal Nazareno sarebbe pronto un inserto: Angelo Rughetti, sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, potrebbe diventare “city manager”; una carica di cui lui stesso ha parlato in una recente intervista al Messaggero. Tutto rimandato, comunque, dopo la conferenza programmatica del Pd Roma prevista per venerdì e sabato.

Share this article