«Belin Beppe e ci voleva tanto?»: le reazioni nel Movimento ai dieci sì al Pd

All’indomani dei dieci sì alle domande lanciate dal Pd sulla riforma elettorale parte della base del Movimento 5 stelle si chiede se ci sia ancora un senso o meno nel proseguire nel dialogo con Matteo Renzi. «Beppe, è ora di farti da parte e goderti la vita, grazie di tutto, ma ora lascia lavorare in pace i ragazzi», commenta un utente sotto al post nel blog. Ma anche: «Ci prendono per i fondelli! L’accordo con il banana era per farci fuori, vi sembra possibile che ora scendano a patti con il Movimento?».

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«NON FINIRÀ COME PER I SAVOIA» – C’è chi è entusiasta della linea Di Maio chi invece si chiede se tutte queste mosse abbiano un senso: «Servirà davvero questa legge elettorale, se lo scopo è proseguire nella legislatura fino al 2018?». Ieri, in una giornata abbastanza schizofrenica all’interno del Movimento, in molti si chiedono se quella legge votata sul portale e seguita passo dopo passo dal professore Aldo Giannuli sia ancora in piedi o meno. «Ma la legge votata qui, con l’aiuto di Giannuli, non era completamente diversa? che si vota a fare allora?», si chiede Monica.

guarda i commenti:

«Voglio augurarmi caro il nostro Luigi che sia la nostra seppur modificata in qualche punto e non quella altrui. Altrimenti comincerei davvero a chiedermi ma che c*** l’abbiamo “costruita” e votata a fare online?, chiede un utente in uno dei tanti gruppi social del Movimento».
Anche il gruppo 878 rimasto un po’ perplesso sull’iniziativa.

m5s dieci punti 5

E non solo loro. Anche Max Bugani (eletto 5 stelle a Bologna) non è convinto:

CHI CONTRO IL PD CHI ASPETTA … – E a Roma? Ci sono diverse posizioni: chi va contro Largo Nazareno, chi si astiene dal fare un tweet o un post in merito. «Quindi noi staremmo facendo perdere del tempo al serio Pd. In fondo loro avevano programmato tutto, un bel accordo con B. e tutto tornava come prima. La Restaurazione non è cosa facile, caro Pd», posta la deputata Vega Colonnese. «Al nostro post di ieri sera ha indirettamente risposto il Presidente della Repubblica dicendo che la riforma del senato è prioritaria su quella della legge elettorale. Quindi cosa vuol dire, che siamo rinviati a settembre?», incalza Giulia Grillo.

 

Differente posizione è quella del deputato Francesco Cariello che chiede alla sua base via social: «Io sto riflettendo molto sul punto 8. Vorrei capire se effettivamente abbiamo colto la reale posizione dei cittadini. Fatemi sentire la Vs voce. Grazie».

La linea è cambiata e ora non è solo nelle mani di Beppe Grillo. Ad maiora?

(Copertina Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

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