Usa 2016: Elizabeth Warren, la candidata della sinistra anti-Hillary

Usa 2016: la corsa presidenziale per il o la nuova inquilina della Casa Bianca sarà probabilmente ricordata come una campagna elettorale in cui, più che candidarsi, si viene candidati da altri. Mentre il Partito Repubblicano perde terreno rispetto alla destra estrema interna dei Tea Party, il partito Democratico ha una frontrunner, candidata non ufficiale che però ha già alle sue spalle un comitato che da mesi fa campagna per lei: parliamo ovviamente di Hillary Clinton, che gira il mondo per presentare il suo libro, “Hard Choices”, e se gli chiedono se abbia intenzione di candidarsi ufficialmente, risponde candidamente che, no, “non ho ancora deciso, ci sto pensando”.

USA 2016, LA CANDIDATA ANTI-HILLARY – Ma come tutti i vincitori annunciati, la sua sarà una corsa molto più difficile di quanto non ci si possa aspettare; come dicono i media americani, in fondo, Hillary Clinton si è già candidata una volta alle primarie, anche nel 2008 il suo sembrava un nome ineludibile, e invece ha perso e ora nello Studio Ovale siede Barack Obama, da quasi 8 anni. Quindi, ammesso che si voglia candidare, Hillary Clinton non ha la nomination in tasca; sopratutto considerando che, nel campo democratico, definirla una beniamina non è del tutto esatto. Sì, Hillary ha un consenso e una macchina organizzativa da tutti riconosciuto e, se si candidasse, probabilmente riuscirebbe ad ottenere la nomination. Ma abbiamo già raccontato di come secondo molta della base democratica Hillary sia in imbarazzo riguardo il suo stato economico che è, dopo 8 anni di presidenza Clinton, estremamente agiato. A sinistra, c’è un nome che spunta molto spesso, e che per Hillary è definito “un incubo”: Elizabeth Warren.

Obama Signs Presidential Memorandum On Reducing Student Loan Debt

ELIZABETH WARREN, ECCO CHI E’ – Professoressa di Legge ad Harvard specializzata in diritto fallimentare e senatrice democratica del Massachusetts dal 2012 con un passato da elettrice repubblicana, Elizabeth Warren si è candidata al Senato nel seggio di Ted Kennedy nel 2012, dopo aver acquisito una popolarità straordinaria nel suo ruolo di Capo Osservatrice incaricata dal Congresso di vigilare l’applicazione del programma Tarp, il bailout delle banche in crisi deciso dall’amministrazione repubblicana di George W. Bush. In questo ruolo, Elizabeth Warren è apparsa anche nel film di Michael Moore “Capitalism, a Love Story” in cui affermava che le aziende che avevano ricevuto l’aiuto economico del governo, e dunque i soldi dei cittadini, non stavano di nuovo rendendo conto dell’impiego di questi denari venendo lasciate sostanzialmente libere di farci quel che volevano.

Insomma, per una sinistra che ha cambiato il suo Dna dopo le manifestazioni di Occupy Wall Street e del movimento del “99% contro l’1%” dei banchieri e dei privilegiati, Elizabeth Warren sarebbe davvero il candidato ideale.

LOTTA DI CLASSE – Elizabeth Warren ha vinto la campagna elettorale senatoriale diventando la prima donna senatrice del Massachusetts sostenendo che gli americani più ricchi dovevano pagare più tasse degli altri. Il suo avversario repubblicano l’ha accusata di fare “lotta di classe” e lei ha risposto per le rime.

In questo paese nessuno diventa ricco da solo. Nessuno. Hai potuto trasportare le tue merci fino al mercato perché tutti noi abbiamo pagato le strade; hai assunto lavoratori che tutti noi abbiamo pagato per educare; eri al sicuro nelle tue fabbriche perché le forze di polizia e i pompieri erano operativi, e tutti noi abbiamo pagato perché così fosse. (…) Ora hai creato un’azienda ed è andata bene, che Dio ti benedica, te ne puoi tenere una gran parte. Ma il contratto sociale dice che devi lasciare qualcosa per il prossimo ragazzino che avrà una bella idea.

In America si vede la salute di una campagna elettorale in base a quanto denaro riescono a raccogliere i candidati; la Warren aveva l’associazione degli imprenditori del Massachusetts contro, che la definiva “il più grande pericolo per noi”, e ha raccolto 39 milioni di dollari di fondi. Il top della campagna elettorale del 2012.

Female Senate Democrats Call For Raising Of Minimum Wage For Women

LA CANDIDATA PERFETTA? – Secondo New Republic, la base del partito Democratico dopo l’era Obama, invece di essere più soddisfatta, è più cattiva. Vuole più giustizia sociale, è più attenta alle ineguaglianze salariali e non vuole temporeggiamenti sulla sicurezza sociale e sanitaria. Serve un candidato che abbia alcuni determinanti asset: “Deve essere una donna, per il desiderio dei Democratici di scrivere la storia, di nuovo. Deve essere in grado di raccogliere molti soldi in poco tempo. Deve svegliare nei democratici una passione quasi sacrale”. L’identikit, insomma, di Elizabeth Warren, che sarebbe in grado di essere populista e di radunare la base democratica intorno a sé senza essere una maniaca di protagonismo o una grande lady della politica americana: la Warren ha dimostrato, in Senato, di saper lavorare pancia a terra, con rispetto delle istituzioni e delle procedure ma senza rinunciare mai a dire la sua a viso aperto.

PRONTA A CORRERE? – In un audizione al Congresso in cui erano ascoltati alcuni regolatori del sistema bancario, la Warren, “aspettando il suo turno per parlare”, ha poi chiesto: “Ditemi un po’, quand’è l’ultima volta che avete portato i più grossi istituti finanziari americani sotto processo?”. Secondo Us News, la Warren “non può più evitare la questione del 2016” e per il Washington Post la senatrice è “ottimamente posizionata per ottenere la nomination”; c’è poi un sondaggio d’opinione la vede non più popolare, ma più piazzata, efficace di Hillary. C’è un dettaglio: nonostante una pagina fan su Facebook che raduna consenso per lei,  la Warren ha ripetuto, anche di recente, che non ha nessuna intenzione di correre per la presidenza. Ma d’altronde, in una campagna in cui il candidato ufficiale dei democratici ancora non c’è, questo potrebbe non fare molta differenza.

 

 

Share this article