Chiesa: ecco le paritarie e le cliniche convenzionate esenti da Imu e Tasi

Le cliniche convenzionate con il Sistema sanitario nazionale e le scuole paritarie con una retta individuale inferiore a una soglia abbastanza alta (dai 5700 ai quasi 7mila euro, in base al livello d’istruzione) saranno esentate dal pagamento di Imu e Tasi. A riportarlo è stato il quotidiano “La Repubblica“, dopo la pubblicazione da parte del ministero dell’Economia del decreto che chiarisce quali immobili degli enti non commerciali (Enc) saranno o meno tassati. Gran parte di questi sono quelli posseduti dalla Chiesa, come le 8779 scuole e strutture universitarie e gli oltre 4mila centri di sanità e assistenza. Sarà complicato sfuggire al Fisco, invece, per alberghi, ostelli, Bed & Breakfast, così come per le strutture turistico ricettive.

TASSE CHIESA, GRAN PARTE DELLE SCUOLE PARITARIE ESENTI – Per quanto riguarda le scuole paritarie, secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, anche istituti che per ora pagavano la tassa sugli immobili potrebbero essere esonerati dal pagamento. Come criterio è stato calcolato il costo medio sostenuto in un anno dallo Stato per ciascun studente.

Imu Tasi Chiesa
Photocredit: Miur

In base a questi calcoli, se la retta annuale della scuola paritaria è inferiore alle soglie stabilite – dai 5700 a circa 7mila euro, a seconda se si tratti di scuola d’infanzia, primaria, secondaria di primo o secondo grado – la tassa non si paga. Per esempio, “Repubblica” ha precisato come il prestigioso Istituto Massimo di Roma, gestito dai gesuiti, potrebbe non pagare più, avendo rette inferiori alle soglie per la scuola d’infanzia e per la primaria.

CLINICHE CONVENZIONATE ESENTI – Più semplice il meccanismo per l’esenzione nel settore sanitario e assistenziale. Per non pagare, le cliniche dovranno essere convenzionate con il Ssn, indipendentemente dalle tariffe – spesso molto ingenti – imposte ai pazienti.  Chi non è accreditato potrà invece evitare il pagamento se fornirà servizi a titolo gratuito o «dietro versamento di corrispettivi di importo simbolico e comunque non superiore alla metà dei corrispettivi medi previsti per analoghe attività svolte con modalità concorrenziali nello stesso ambito territoriale». Una formula complicata da tradurre. Circa duemila sono le case di cura e gli ospedali gestiti dalla Chiesa.

TURISMO E ATTIVITÀ SPORTIVE – Nel settore ricettivo, invece, in base a quanto previsto nel decreto potrebbero godere di esenzione soltanto «spazi organizzati non in forma imprenditoriale». Come ha chiarito “Repubblica”, in pratica soltanto le stanze affittate nei collegi o nei conventi, qualora l’attività ricettiva non sia estesa a tutto l’anno e vengano ospitati fedeli, alunni e famiglie degli istituti scolastici e membri delle parrocchie.

Sono stati mantenuti i vecchi criteri per le attività culturali, ricreative e sportive. Per palestre e centri sportivi (se riconosciuti dal Coni), musei, cinema, teatri, circoli ricreativi continuerà a valere il compenso “simbolico”, non corrispondente al costo del servizio.

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