«Ero io l’oggetto del desiderio di Claudio Lissi ma l’ho sempre respinto»

A Repubblica parla – forse inopportunamente ma tant’è – la ragazza e collega di cui si era invaghito Claudio Lissi, al punto di sterminare la sua famiglia, che reputava un ostacolo alla “nuova unione” da lui sognata, ma – dice la ragazza – da lei sempre rifiutata.

CHE POTEVO FARE – La donna, da poco assunta nella multinazionale, avrebbe 24 anni e sarebbe stata oggetto di attenzioni quasi soffocanti da parte del Lissi, con cui per sua stessa ammissione, si sentiva al massimo “via mail aziendale” ma di cui non aveva nemmeno il numero di cellulare. Stando al racconto della donna, Lissi la riempiva quotidianamente di attenzioni, anche pressanti, nonostante i suoi continui dinieghi che sarebbero sfociati in un diretto “non ci penso nemmeno a mettermi con te”, anche perché la ragazza era felicemente fidanzata e aveva da poco iniziato una convivenza.

LE CONFIDENZE – Nonostante ciò, l’uomo ne aveva fatto la sua confidente, e le aveva rivelato come si sentisse soffocato dalla sua famiglia, da un fidanzamento avvenuto da giovane con una donna che ora non reputava più quella “della vita”. Facile la soluzione: togliere la vita a lei e a i frutti che quell’amore aveva generato. Una follia da cui la ragazza però si chiama fuori: “Fra noi c’era solo una reciproca simpatia”. La follia, invece, era tutta di Lissi.

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