La vera storia degli exit poll britannici che davano il M5S in vantaggio sul Pd

Quando si diffonde una notizia in rete, su un giornale cartaceo, a voce, o in qualsiasi altra maniera possibile, l’attendibilità dell’informazione si lega inevitabilmente alla credibilità, all’imparzialità e all’autorevolezza dell’interlocutore o della fonte primaria della stessa informazione. Se ciò non avviene, se cioè non è chiaro da dove provenga la notizia e se l’interlocutore può avere interesse a fornire informazioni distorte, tutto diventa meno credibile e accettabile. È il caso, quest’ultimo, del sospetto di brogli elettorali due giorni fa alimentato da Beppe Grillo attraverso il suo blog, in un post nel quale viene definito «statisticamente molto improbabile» quella perdita di tre milioni di voti di cui è stato protagonista il Movimento 5 Stelle alle Europee.

 

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I NUMERI DI GRILLO – In particolare, il comico genovese ha ripreso il post di un altro blog in cui si esortano i deputati 5 Stelle a chiedere «di avviare una verifica del voto, soprattutto in quei seggi ‘rossi’ dove già in passato si sono verificati brogli». Grillo ha poi in seguito riportato i dati «facilmente reperibili in rete» di presunti «exit poll italiani ufficiali» che sarebbero stati «diffusi in Gran Bretagna», «negli ambienti della finanza», prima della chiusura dei seggi nel nostro paese. Il leader dei 5 Stelle dice di averli estrapolati da un commento all’articolo del blog già citato. «I dati delle ore 20 – ha fatto sapere Grillo ai suoi elettori raccontando il caso delle previsioni sul voto a favore del proprio partito – sembravano confermare il sorpasso del Movimento 5 Stelle nei confronti del Pd. Nel dettaglio: M5S 29,9%, Pd 28,8%». Insomma, riporta ancora Grillo, «alle ore 20 le previsioni si sono rivelate attendibili per tutti i partiti tranne M5S e Pd. Cosa è successo?».

 

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LA FONTE CHE NON C’È – Già, cosa è successo? La risposta all’interrogativo non sembra essere particolarmente complicata visto che con ogni probabilità non è successo un bel nulla. Come scrive lo stesso Grillo riprendendo il fantomatico exit poll britannico le informazioni vengono rubate semplicemente da un commento ad un blog, peraltro un sito chiaramente filo-grillino (ma non è questo il punto), e lo stesso commento copincollato non indica nessuna attendibile fonte dell’informazione. Nè un’agenzia di stampa britannica, nè un sito in lingua inglese, nessun report di banca d’affari o istituto di ricerca d’oltremanica. Insomma, degli autori della previsione del voto non c’è alcuna traccia. Così come non c’è nessuna traccia degli autori dell’exit poll nemmeno sul sito di news gestito dalla Casaleggio Tze Tze, che pure aveva fornito le stesse cifre prima di Grillo. Nessuna traccia di fonte neanche leggendo lo stato Facebook di un deputato 5 Stelle, Daniele Del Grosso, ripreso a sua volta da Tze Tze. La caccia sul web va miseramente a vuoto, anche googlando in lingua inglese. Finché non spunta un post di un altro blog datato 25 maggio, proprio il giorno del voto, probabilmente il primo sito ad aver battuto la ‘notizia’ ripresa poi a catena da parlamentari, Tze Tze, Grillo ed altri blogger. A parlare era lavocea5stelle.altervista.org. Il messaggio? Sempre il solito:

Ecco gli Exit Poll italiani ufficiali, diffusi in Gran Bretagna negli ambienti della finanza (e facilmente reperibili in rete) ma ancora vietati in Italia. I dati delle ore 20 sembrano confermare il netto sorpasso del Movimento 5 Stelle nei confronti del PD. Nel dettaglio: – M5S: 29,9% – PD: 28,8%.

Articoli un po’ troppo fake per essere presi per veri. Un po’ troppo fake per farci la campagna politica in un paese da 60 milioni di abitanti. E d’altra parte, a guardare gli altri articoli del sito, il dubbio è forte. A meno che Beppe Grillo non ricordi di aver detto al giornalista Ermes Maiolica che avrebbe cacciato a calci in culo chi criticava l’alleanza con Farage.

 

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(Fonte foto copertina: archivio LaPresse)

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