Servizio Pubblico e gli italiani «poveri ma belli» con Alessandro Di Battista

SERVIZIO PUBBLICO, LA REALTÀ DI EDDY – Si racconta la storia di un imprenditore, Eddy, titolare di un panificio, suicidatosi per una multa degli ispettori di 1.950 euro più altre due marche da bollo da 300 euro da pagare entro 24 ore pena la chiusura del locale. Il fratello del deceduto, distrutto, racconta la storia di quest’uomo lavoratore sentitosi umiliato con la moglie inginocchiatasi davanti agli uomini del tribunale. La moglie racconta la storia dicendo come i funzionari abbiano detto: «ma come, un commerciante non ha 2.000 euro?». Maria, la moglie dell’imprenditore suicidatosi, spiega in studio che lavorava 16 ore al giorno. E di quando 21 anni fa, all’apertura dell’attività, avano grandi speranze di un futuro insieme. E non si è arreso perché aveva passione per un lavoro che faceva da quando aveva 14 anni. Quel locale era per tutto. E la cosa tremenda sono quelle 24 ore di tempo per pagare che l’hanno messo con le spalle al muro. Ed a quel punto o ci si ammazza o ci si rivolge agli usurai. La famiglia unita ha cercato di dar loro una mano per tirare fuori i soldi.


E la vista della moglie che implorava gli ispettori forse l’ha steso. E la moglie, triste, si dice amareggiata. E lo Stato anziché dargli una mano pugnala chi è in difficoltà. Il fratello di Eddy, Giovanni, operaio della Fiat che non lavora da quattro anni perché iscritto alla Fiom, non si sente più rappresentato dallo Stato con nessun politico che ha telefonato alla famiglia e mentre si parla di guerra, di trincea, resta una famiglia con un morto e quasi costretta a vivere con la Camorra quando si cerca di vivere solo con onestà. Ed il fratello ha scelto di morire perché tradito dallo Stato che nel giorno dei funerali parla e commenta senza rispettare il funerale. Ed oggi gli ispettori si sono auto-sospesi.

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SERVIZIO PUBBLICO, CANZONI E POLITICA – Viene proposto il video dedicato a Renzi dagli alunni della scuola Raiti di Siracusa che viene commentato da Vittorio Sgarbi con parole forti ridendo poi dell’iniziativa di Giuliano Ferrara che ha indotto un concorso per un’altra canzone dedicata a Renzi. E ricorda che l’immagine è tutto, come certificato dal film Videocracy. Ricorda poi che ai Salesiani di Ferrara, quando era alunno, Aldo Moro strinse loro la mano. Mentre la canzoncina non è un’azione spontanea diretta a qualcuno che non conosce. Educarli a cantare rappresenta una tragedia. Sgarbi spiega che Franceschini è pubblicato da sua sorella mentre Reggi, sottosegretario all’istruzione, ha distrutto Piacenza con una bretella che ha rovinato Villa Serena con un elogio dell’insulto e della devastazione all’istruzione. Per Santoro il gesto è preoccupante perché coinvolge dei bambini. E per Emiliano gli insegnanti si sentono gratificati dalla visita delle autorità esagerando, anche se pare assurdo immaginare che la presidenza del Consiglio abbiano imbeccato l’osanna. Per Travaglio doveva toccare a Renzi dire che era troppo. Intanto torna Di Battista che attacca l’idea di profonda sintonia con la Merkel mentre lo sviluppo ed il lavoro messe così sono parole vuote. Il Movimento Cinque Stelle vuole abolire il fiscal compact e sforare il vincolo del deficit/Pil del 3 per cento. Poi per quanto riguarda le espulsioni, non sono antidemocratiche ma sono state votate dalla rete e non si tratta di dissidenza, con lui che ha votato a favore dell’abolizione del reato di clandestinità, ma per lui quello è stato un sabotaggio. A Marchini invece dice che è inutile accorpare i ministeri quando il Pd vota contro le norme ambientali del Movimento Cinque Stelle. E salutando Sgarbi dice che si preoccupa più delle menzogne che dei figli della lupa. Ed intanto il voto sulle preferenze è stato respinto con 40 voti di differenza. Santoro se la prende con Di Battista attaccando l’uso della parola sabotaggio perché in quel caso si parla d’intelligenza del nemico. Se questo invece è essere solo in disaccordo con Grillo allora rende la realtà simile a quella di Kim Il-Sung. Marchini risponde dicendo che Di Battista è nervoso e che basta scegliere. Poi dice che in Irlanda le autostrade le chiamano Italian Highway perché vengono usati i soldi non impiegati dall’Italia. E quando si parla di ripartenza dell’edilizia, bisogna essere attenti perché bisogna ridare fiato all’economia con un consumo di territorio zero. Poi c’è la questione dell’accesso al credito. Oggi lo Stato, continua Marchini, lo Stato fa concorrenza sleale con le imprese attraverso i mini-bond con una ritenuta del 12 per cento anziché il 20 per cento. E d questo punto cominciamo a disintermediare le banche per far arrivare la liquidità delle aziende. E queste sono le cose concrete e lasci stare la storia. Di Battista parla dei documenti della commissione Ambiente con loro che sabotano con parole che rovinano l’azione dei deputati che salgono sul tetto. E rispondendo a Marchini parla di Europa e di mancanza di conoscenza da parte della gente.

 

 

 

 

 

 

 

 

SERVIZIO PUBBLICO, LA GRANDE BELLEZZA DI MARCO TRAVAGLIO –Travaglio nel suo editoriale parla de La Grande Bellezza, premio Oscar straniero nel senso che è stato capito da tutto il mondo tranne in Italia. Marino ha parlato di prestigio per l’Italia e per il Paese. Sallusti si è convinto che l’Oscar cancella la condanna di Berlusconi visto che il film è stato prodotto da Medusa. Altri hanno scambiato il film come un inno al risorgimento. Ma il film è pessimista e dipinge l’Italia come una necropoli che vive dell’arte del passato mentre i vip sono vuoti. Un referto del vuoto italiano per pensatori che non pensano. Per Napolitano il film rappresenta l’interesse dell’oggi, Alemanno dice che bisogna investire nel patrimonio artistico. Renzi ha invitato Paolo per una chiacchierata sul film e su altri campi della grande bellezza nonostante la scelta di personaggi strani come l’avvocato Franceschini alla Cultura e l’ingenere Reggi come sottosegretario all’istruzione. Oppure come Francesca Barracciu, al governo per una forma di risarcimento. Ed il giorno dopo la nomina le hanno chiesto che delega avesse e non lo sapeva. Il neoministro della Cultura Franceschini dopo l’Oscar ha parlato del trionfo del cinema italiano dimenticando che da esponente del governo Monti aveva tagliato i fondi del cinema. E se tre anni fa per il crollo della casa dei gladiatori è stato crocifisso Bondi, ora abbiamo assistito a quattro ministri in tre anni con Franceschini che tre anni fa chiese la testa di Bondi. Ed ora però dovrebbe spiegare i vari enti e comitati di gestione con il risultato che sui 100 milioni dati dall’Europa sono stati spesi solo 500.000 euro mentre i turisti fregano i tasselli dei mosaici e gli addetti cacciano i cronisti. Infine viene ricordato lo scontro Renzi-Franceschini, con il primo che chiamava secondo vicedisastro ricevendo un «lui recita». E parlando della cultura, La Stampa parla dei romanzi pubblicati da Franceschini, testi dedicati a personalità acri e ribelli con sfumature di Pessoa, con la critica che approva. Inteso come Jovanotti. E se Jep Gambardella ha scritto un solo libro in 40 anni perché circondato dal nulla, avrebbe potuto farlo anche Franceschini.

 

 

 

 

 

SERVIZIO PUBBLICO, LA DEMOCRAZIA DALL’ALTO – Ed arriva il momento di Travaglio che dice che i cinque stelle potevano temere di perdere voti solo nella prima settimana. In caso contrario bisogna temere che Renzi porti via voti ai Cinque Stelle ed al centrodestra prendendogli i parlamentari. Ma se non si parla agli elettori, l’investimento partitocratico non dà risultati. Anzi. Travaglio ammette di essere grillino anche se Grillo e Casaleggio hanno sbagliato ad espellere quattro senatori. Ma allo stesso tempo non esiste una democrazia politica con la destra che sceglie a sua immagine e somiglianza mentre il Pd fa pseudoprimarie. E la questione si risolve con un’investitura dall’alto che fa il paio con i calci nel culo. S’interviene per raccontare la fine della riunione al Senato tra pianti ed urla, con la voce di altre espulsioni. Travaglio dice che già da un mese si sapeva che Renzi avrebbe portato via 20 senatori, con Grillo che ha sbagliato di più. Con Di Battista che alza il dito ma che non riceve la linea. Si va da Giulia Innocenzi che da Bruxelles commenta un messaggio ricevuto dallo staff di Renzi che in sostanza fa notare come il Presidente del Consiglio abbia espresso durezza sul tema del debito pubblico e delle riforme in Italia, sottolineando il suo rapporto generazionale con Cameron e tacendo sull’Ucraina. E per quanto riguarda il jobs act, aspettiamo la prossima settimana, anche in Europa. E dopo la pubblicità arriva Vittorio Sgarbi.

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SERVIZIO PUBBLICO, LA VASCA DI SQUALI – Alessandro Di Battista è presente in trasmissione con un collegamento da Montecitorio e chiamato a commentare l’espulsione da parte di Beppe Grillo di cinque senatori spiega che il Palazzo è pieno di squali in grado di far sentire qualcuno una persona che fino ad undici mesi fa non era mai stato al Parlamento. E bisogna fare fronte comune contro il sistema fatto di criminalità, mafia, malaffare. E bisogna accettare la rivoluzione politica per fare muro contro il sistema esterno e solo così si può vincere. Santoro spiega però che i cinque si sarebbero dimessi senza abbandonare il Movimento. E se si vedono infiltrazioni bisogna salvaguardare il Movimento ma un’espulsione legata ad una critica è una cosa diversa. Poi se vogliono rimanere nel Movimento e vengono cacciati non va bene. A questo punto gli viene ricordato che non ha risposto alla domanda. Ed allora che è successo? E Di Battista appare meno sicuro: «Questi senatori si sono presi una responsabilità di fronte ai cittadini e se presenti le dimissioni sapendo che molto difficilmente il Senato le voterebbe, evidentemente ti metti fuori da solo. E se ti dimetti da Senatore perché non credi più alla missione, allora vuol dire che non vuoi più stare in trincea, fatta di comunicazione, piazze, ostruzionismo, regolamenti. E se devo avere paura del fuoco amico e devo stare attento ai colpi alle spalle non si raggiunge l’obiettivo», aggiungendo che il post sul Blog è stato realizzato in collaborazione con il Capogruppo al Senato. Michele Emiliano chiamato a commentare le parole di Di Battista dice di sentirsi in guerra da molti anni fin dal concorso in magistratura, del suo passato alla procura di Agrigento dove molti magistrati erano dell’altra sponda. Ed anche quando è diventato sindaco di Bari, città in mano ai palazzinari ed alla corruzione, e certo il fuoco amico ha fatto paura anche a lui ma visto che nel Pd non è facile buttare fuori le persone bisogna fare congressi cercando di favorire il cambiamento nel suo movimento combattendo le contraddizioni con un metodo forse patetico come le Primarie, con Emiliano che non si sente in dissonanza con Di Battista, specie per quanto riguarda A’Purpetta, autista di Raffaele Cutolo che fa il deputato. Cosa detta anche da Di Battista, con Santoro che ricorda «l’avete detto voi» ed Emiliano che sottolinea «lui ha l’immunità parlamentare, io no». Alfio Marchini dice che se si torna a votare siamo ancora davanti ad un governo di coalizione e che lui è abbastanza intelligente da non immaginare un monocolore cinque stelle al governo, lui dice che il 37 per cento si avrà alla Camera. Marchini ricorda che ci vuole anche la maggioranza al Senato, con Di Battista che prima dice che non sa se lo aboliranno mai poi parla di Lodo Alfano. Da notare poi come Di Battista guardi spesso alla sua destra specie durante gli interventi degli altri. Inoltre c’è da dire che al di là del contratto tra cittadini ed eletti e l’assenza di lobbisti e di parlamentari compromessi con soggetti discutibili, recita una parte senza rispondere alle domande. Marchini dal canto suo risponde in maniera chiara e serena chiedendo quale sia il sistema elettorale che ha in mente perché ogni cosa che dice è sottoscrivibile ma servono risposte serie. E se il porcellum non va bisogna dare una risposta alternativa. E questa è la debolezza del vostro ragionamento, la mancanza di proporre cose nuove. E chiede a Di Battista perché non si è chiesto a Renzi di mettere insieme infrastrutture, beni culturali e politiche agricole per rilanciare lo sfruttamento del suolo. Emiliano aggiunge che avrebbe voluto un accordo o quantomeno la voglia d’incontrarsi per chiedere a Renzi di fare un accordo con lui portando un’idea diversa. E se fosse stato possibile fare una cosa insieme con la volontà di farlo, è possibile provarci?

 

 

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SERVIZIO PUBBLICO, LE ESPULSIONI A CINQUE STELLE – Alessio Orsingher intervista Francesco Campanella che spiega come se è vero che Grillo li ha portati in Parlamento, sono loro che hanno lavorato sul territorio. E definendo le accuse di nuovi simboli e di mancate restituzioni ridicole, dice che vedere nel Movimento gli stessi problemi dei partiti da cui è fuggito 14 anni fa è terrificante. E spera che nasca un nuovo movimento che parla con gli altri perché al momento i Cinque Stelle sono stabilizzanti per il sistema tra insulti ed attacchi senza mettere in contraddizione il sistema pur dotato di crepe per una campagna elettorale permanente. Luca Bertazzoni intervista il senatore Scilipoti che non ha visto la Grande Bellezza e che dice che il futuro ed il successo sono di quelli come lui che distruggono l’Italia. Vengono poi proposte altre domande ad altri senatori sulla vittoria dell’Oscar de La Grande Bellezza chiedendo se il successo può essere di buon auspicio nel Paese ottenendo parole standard sul vuoto di valori e sulla fiducia all’operato del governo Renzi. Si torna a Campanella che si chiede come si fa a mandare tutti a casa senza azioni o senza rivoluzione, mai chiesta dal Movimento Cinque Stelle.

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SERVIZIO PUBBLICO, LE GRANDI BELLEZZE DI MICHELE SANTORO – Si parte sulle note della Carrà con Bob Sinclair, canzone che apre La Grande Bellezza, con Santoro che se la prende con la Rai che non ha finanziato il film mentre Berlusconi ne ha approfittato investendo nella pubblicità. E nella Grande Bellezza c’è anche Monti che se non avesse fatto i tagli lineari non avrebbe mortificato la cultura, a dimostrazione che se s’investe allora i successi arrivano. E se Andreotti pensava che l’Italia all’estero doveva essere considerata per le sue grandi bellezze, oggi si sente che non c’è l’attenzione per il prossimo o per il sistema paese, con il risultato che il dolore è stato sostituito dalla ricchezza, dal ballare inebetito dell’a far l’amore comincia tu. E se Sorrentino ha fatto i complimenti a Scorsese, è certo che si vogliono dimenticare dei ladri di biciclette. Ed il successo di Sorrentino potrebbe essere il successo di Renzi con le riforme senza soluzione, la grande bellezza della politica, intesa come un sogno, un’avventura, una scommessa. E quando si comincia a fare l’amore? Bla bla bla, a far l’amore comincia tu.

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SERVIZIO PUBBLICO, LA PRESENTAZIONE – Dopo due settimane d’assenza torna questa sera Servizio Pubblico, il programma condotto da Michele Santoro ed in onda su La 7 a partire dalle 21.10, si parlerà della Grande Bellezza, il film diretto da Paolo Sorrentino vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero, che ha dato all’Italia ed alla politica la speranza di un cambiamento in tempo di crisi dopo anni di sacrifici. Speranza riposta anche in Matteo Renzi arrivato a Palazzo Chigi con l’impegno di cambiare il paese, accedendo speranze negli italiani, desiderosi di un mutamento. servizio-pubblico SERVIZIO PUBBLICO, LA GRANDE BELLEZZA – Ma ci si chiederà stasera se basta questa speranza per fare dell’Italia una grande bellezza. Dall’Europa, in questo senso, arriva una doccia fredda, con la Commissione che attacca l’Italia a causa della scarsa produttività e degli squilibri macroeconomici eccessivi, mentre secondo il Movimento Cinque Stelle questa è la politica del dire senza fare. Renzi dovrà combattere l’economia in difficoltà, la disoccupazione che cresce, dovrà salvare Roma ed abbattere la burocrazia, la pressione fiscale, la crisi dei piccoli imprenditori, delle partite Iva e gli effetti dell’austerità.   LEGGI ANCHE: Ballarò: sogni e realtà con Matteo Salvini (e senza Crozza)   SERVIZIO PUBBLICO, GLI OSPITI – Gli ospiti in studio insieme a Michele Santoro, Marco Travaglio, Giulia Innocenzi e Gianni Dragoni, saranno il sindaco di Bari Michele Emiliano e l’imprenditore, già candidato a sindaco di Roma, Alfio Marchini. Era prevista anche la presenza di due parlamentari del Movimento Cinque Stelle, Carla Ruocco ed Alessandro Di Battista. Entrambi hanno però dato forfait a causa del loro impegno alla Camera fino alle ore 24 nella votazione degli emendamenti della Legge elettorale. A spiegarlo è la stessa Carla Ruocco:

In seguito alla decisione che ci porterà a votare gli emendamenti relativi alla legge elettorale fino a mezzanotte, io e Alessandro Di Battista, abbiamo deciso di comune accordo di non partecipare alla puntata di Servizio Pubblico in programma per questa sera. Una scelta fatta con sofferenza ma con piena coscienza e sempre nel rispetto profondo dei cittadini che rappresentiamo e che, soprattutto, rispettiamo. Perché rispettiamo il compito che tutti voi ci avete assegnato. Ci scusiamo con Michele Santoro e la redazione di Servizio Pubblico, con i tanti telespettatori e gli elettori in attesa di vederci. Ma anche il nostro è un Servizio Pubblico, i primi a cui dobbiamo rispondere sono i cittadini e questa sera dobbiamo e vogliamo essere in aula, a votare, anche se combatteremo contro i mulini a vento e contro una legge elettorale che, a giusta ragione, chiamiamo “pregiudicatellum”. Non mancheranno altre occasioni per far sentire chiara e forte la voce del M5S.

 

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