Perché la Russia vuole la Crimea

L’esercito della Russia ha ormai preso il pieno controllo della Crimea, in Ucraina. Secondo il governo di Kiev, sono circa 15mila i militari russi che muovono sul territorio senza resistenze, prendendo il controllo dei siti strategici della regione e sequestrando le armi, così come accaduto in una base radar e in un’accademia della Marina militare ucraina. Se l’Ucraina ha richiamato i riservisti, per rispondere all’invasione russa, è stato il neo premier Arseny Iatseniuk a protestare: «Mosca ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro», ha avvertito, chiedendo a Putin di ritirare il suo esercito. L’Occidente è tentato dalla strada dell’isolamento nei confronti della Russia. Se Se gli Stati Uniti hanno minacciato Mosca di mettere a rischio il suo posto all’interno del G8 e le relazioni con Washington, in Europa è la Germania a frenare, non condividendo l’ipotesi di espulsione russa dal vertice della maggiori potenze del pianeta.

Crimea Russia guerra Ucraina 4Nel corso di una telefonata con Angela Merkel, Putin ha accettato la proposta della cancelliera tedesca di organizzare una “missione d’inchiesta” di accertamento dei fatti sull’Ucraina, affidata all’Osce, avviando un dialogo politico. Berlino ha ricordato a Mosca la necessità di rispettare l’unità territoriale dell’Ucraina. Eppure Medvedev e Putin continuano a non riconoscere il nuovo esecutivo ucraino, considerandi il deposto Yanukovich «un presidente democraticamente eletto e rimosso con la forza».

UCRAINA

CRIMEA: SULL’ORLO DELLA GUERRA IN UCRAINA – A Sebastopoli – la città sul Mar Nero che ospita una base della Flotta russa – le bandiere ucraine sono state ormai ammainate. Al loro posto sventolano quelle della vicina Russia, in una regione dove la popolazione russa pesa per il 60% circa. Il governo ucraino non controlla più la situazione. Se i russi hanno esortato il personale dell’accademia della Marina militare ucraina a schierarsi con quelli che hanno definito i “legittimi” leader della penisola, dalle basi l’esercito di Putin ha continuato a portare via armi, come pistole, fucili e munizioni. Nella notte sono atterrati altri sette aerei militari russi per il trasporto delle truppe e 11 elicotteri. Se l’agenzia Interfax negli scorsi giorni aveva cominciato a riferire di interi reparti dell’esercito ucraino in Crimea passati dalla parte delle autorità locali filorusse, ieri è arrivata la notizia della pesante defezione del comandante in capo della Marina. L’ammiraglio Denis Berezovski, nominato soltanto venerdì scorso, ha giurato fedeltà alle autorità filo-russe di Crimea, impegnandosi a “difendere” il popolo della Crimea. Kiev ha replicato destituendolo dall’incarico: l’ammiraglio rischia adesso l’indagine per alto tradimento per aver rifiutato di combattere i russi. Gli Stati Uniti, attraverso il segretario di Stato americano John Kerry, hann accusato Mosca di aver violato gli accordi di Helsinki. Se l’Ucraina è vicina alla guerra, l’Occidente europeo resta spaccato sull’ipotesi di isolare la Russia, escludendola dal G8.

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LA CRIMEA E LE MANI DELLA RUSSIA – La situazione nell’Est Europa è ormai sull’orlo della guerra, nonostante i tentativi di mediazione e gli inviti alla Russia di ritirare l’esercito. Non è bastata nemmeno una lunga telefonata tra Obama e Putin. , con la crisi che ha fatto tornare i rapporti tra Washington e Mosca in un clima da guerra fredda. Se gli Usa hanno accusato violazioni del diritto internazionale. Putin ha insistito sul diritto di proteggere i propri interessi in Ucraina. Obama ha invitato la Russia a difendere le popolazioni di etnia russa e minoritarie in Ucraina, ma in modo pacifico, attraverso l’impegno diretto del governo dell’Ucraina e l’invio di osservatori internazionali sotto l’egida del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o dell’Osce. Dopo la telefonata con Angela Merkel Mosca sembra aver aperto al dialogo attraverso l’Osce, ma di fatto la Crimea resta sotto il controllo dell’esercito di Putin.

La Crimea, penisola sul Mar Nero, nel sud dell’Ucraina, è popolata in maggioranza da russi (circa il 60%). La regione, in origine russa, è stata annessa all’Ucraina nel ’54, offerta dal leader sovietico Nikita Krusciov, in occasione della celebrazione dei 300 anni dell’unione tra i due Paesi. Mosca ancora oggi mantiene nella penisola la base della sua flotta del Mar Nero. Dopo la cacciata del presidente filo-russo Viktor Ianukovich e la presa del potere a Kiev da parte dell’opposizione nazionalista, in Crimea si sono così riaccese le tensioni separatiste da parte dei russofoni. Da giorni la Russia stava spostando corazzati verso il confine. Segnali che facevano temere per l’invasione russa, poi di fatto avvenuta, come lasciava pensare anche lo spostamento delle navi dal porto di Sebastopoli. In quindicimila militari occupano ormai la regione, senza che Putin abbia avuto bisogno di sparare alcun colpo. Per la Russia la Crimea resta una regione strategica: soprattutto per ragioni economiche, ma non solo. Per Mosca resta necessario mantenere la sua base di Sebastopoli, considerato ormai come da anni – in base ad accordi con Yanukovich – è stata ospitata la flotta russa sul Mar Nero. Il sito è strategico perché permette a Putin sia di contenere la presenza della Nato sul Mediterraneo, ma anche in ottica siriana. Oltre all’importanza del porto, necessario a Putin anche in ottica esportazioni, resta centrale nella crisi in Crimea la questione energetica, legata ai gasdotti. Quatto anni fa il deposto Yanukovich a firmare un nuovo accordo con il “vicino di casa” per permettere all’Ucraina di usufruire di prezzi di favore sulle importazioni di gas russo, con sconti del 30%. In Ucraina passano poi circa 40mila chilometri di gasdotti, che permettono al governo di Kiev di incassare quasi tre miliardi di dollari annuali per il transito di quello diretto verso l’Europa. Non è un caso che l’Ue, non autonomo dal punto di vista energetico, ha cercato di rafforzare il proprio legame con l’Ucraina. Contesa per lungo tempo tra Occidente e Mosca e poi finita sull’orlo di una crisi che ha fatto tornare l’incubo della guerra in Europa. Un’occupazione silenziosa quella di Putin in Crimea, che ormai controlla la regione. La popolazione locale ha accolto con favore l’avanzata dell’esercito. Maidan è lontana, a Sebastopoli si spinge per ristabilire il legame con Mosca. La Crimea è ormai territorio russo.

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