Le baby squillo che si prostituivano per piercing e vestiti

Due ragazzine minorenni di Ventimiglia in Liguria (avevano 14 e 15 anni) sono finite in un giro di prostituzione spezzato grazie a un cliente di trent’anni che si è accorto della minore età delle ragazzione e ha denunciato tutto. Ci sono già cinque indagati.

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LE BABY SQUILLO CHE SI PROSTITUIVANO PER PIERCING E VESTITI – Racconta il Corriere:

I tabulati che gli investigatori del commissariato di Ventimiglia hanno esaminato hanno decine e decine di utenze ma alla fine Giulia e Mary si sarebbero incontrate solo con cinque uomini, ora indagati dal sostituto procuratore di Genova Piercarlo Di Gennaro in base all’articolo 600 bis comma 2, ovvero per aver compiuto atti sessuali con minorenni. Il sesto possibile cliente, un trentenne con il quale le amiche si erano date appuntamento davanti a un bar («saremo vestite di nero», avevano scritto), quando le ha viste ha tirato dritto con l’auto. Era pomeriggio, l’uomo se n’è andato ma alle 7 e mezza di sera si è presentato in commissariato e ha raccontato tutto: «Non mi sono neanche fermato davanti al bar. Ero spaventato a morte, mi si è gelato il sangue nelle vene perché erano due bambine».

Poi gli arresti:

Priorità a quel punto era individuare le ragazze ed evitare altri incontri, le attività di indagine condotte dal vicequestore Giuseppe Ruggiero sono iniziate subito dopo. E hanno condotto ai clienti, un idraulico, un elettricista, il titolare di una sala giochi, un manovale e un piccolo imprenditore, dai 25 ai 55 anni anche se sul sito Giulia e Mary avevano specificato «massimo 45 anni». Uno è stato arrestato perché nel corso di una perquisizione a casa gli agenti hanno trovato droga.

PERCHE’ L’HANNO FATTO – E sempre sul quotidiano di Ferruccio De Bortoli si raccontano gli interrogatori delle ragazze:

Giulia la spiega così: «Abbiamo deciso di prostituirci per comprarci i vestiti». Mary va oltre: «Volevo un’indipendenza economica, anche se mio padre e mia madre non mi hanno mai fatto mancare nulla». Giulia e Mary (nomi di fantasia), quattordici e quindici anni, amiche per la pelle, studentesse di mattina e baby squillo nel doposcuola. La tentazione è venuta loro seguendo la vicenda delle minorenni dei Parioli, come ha raccontato Mary davanti all’assistente sociale e agli occhi umidi e increduli di suo padre: «Dalla tv ero venuta a sapere che attraverso annunci Internet le ragazze avevano guadagnato parecchi soldi… Si faceva riferimento a un sito Internet che si chiamava bakekaincontri». Fu a casa di Giulia che insieme scelsero di azzardare il primo passo: «Abbiamo deciso di mettere un’inserzione intitolata baby squillo: “Siamo due ragazze, abbiamo 18 anni, facciamo sesso a pagamento…”. E per essere più convincenti inserivano il lato b di Mary in perizoma ».

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