Gigetto, il treno Modena-Sassuolo difeso dai pendolari

La Provincia di Modena da mesi combatte per la difesa ed il rilancio di un servizio ferroviario utile a tutta l’area che consente ad un bacino di 300.000 persone di potersi muovere senza dover obbligatoriamente usare l’auto. Parliamo di «Gigetto», il treno giallo che collega Modena e Sassuolo che rischia di scomparire a causa degli alti costi di gestione e della difficoltà di ammodernare strutture e mezzi rendendo il trasporto su rotaia più appetibile.

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LA STORIA DELLA MODENA-SASSUOLO – Come spiega la società Fer-Ferrovia Emilia-Romagna, la linea Modena-Sassuolo venne costruita nel 1881 dalla Società Anonima FSMMF a scartamento ridotto (950 mm) ed a trazione a vapore, per una lunghezza totale di 17 chilometri per una velocità iniziale compresa tra 20 e 30 chilometri orari. Nel 2003 è arrivato il congiungimento alla stazione di Modena per un percorso che ha raggiunto la lunghezza di 19,3 chilometri, con la Fer che gestisce il ramo ferroviario dal primo gennaio 2008. Come spiega Le Strade Ferrate, oggi il percorso parte dal binario 7 della stazione di Modena per poi dirigersi verso il Policlinico e la periferia.

UNA LINEA PIENA DI PROBLEMI – Prosegue verso la nuova fermata di Baggiovara Ospedale e prosegue verso Formigine e Fiorano per arrivare a Sassuolo, nei pressi della stazione della linea per Reggio Emilia. Parliamo di un servizio importante che, come vedremo, serve mediamente 2600 passeggeri al giorno, che viaggiano su delle vetture Ale228 ormai vetuste vista la loro età superiore ai 50 anni. Ma sono molti i problemi legati al futuro di questa linea. Per qualcuno non è più attuale ed andrebbe chiusa, per altri andrebbe valorizzata mentre ci sono persone che chiedono semplicemente di migliorare un servizio che serve a molti. Una cosa è certa, al momento nonostante serva a tutti, per molti è una macchina mangiasoldi.

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ALTI COSTI DI GESTIONE – La Gazzetta di Modena lo scorso 22 ottobre parlava dell’imminente chiusura della linea che avrebbe cessato di funzionare il primo gennaio 2014. Gigetto ha rischiato la soppressione a causa degli altissimi costi di gestione e dell’improduttività della stessa, circostanza smentita dai sindacati coinvolti che ritengono come il treno sia usato da studenti, lavoratori e persone che si recano negli ospedali o nei pressi del distretto della ceramica. Il 7 novembre invece la Gazzetta di Modena ha verificato che alla corsa delle 7.09 erano presenti a bordo oltre 200 passeggeri, una cifra che dimostra quanto la linea sia produttiva. A caratterizzare la corsa la presenza di tanti studenti che si recano nel capoluogo e che sono spaventati alla sola idea di prendere l’autobus per andare a Modena.

AL POSTO DEL TRENO UN AUTOBUS? – Un’idea rilanciata nei giorni scorsi dall’assessore alla mobilità del Comune di Modena, Gabriele Giacobazzi, secondo cui il treno costa quattro volte più di un autobus. «E forse -ha continuato Giacobazzi- inquina di più». Nel senso che i passaggi a livello costringono le auto a rimanere ferme in attesa a motore acceso (nonostante esista una nutrita giurisprudenza di norme locali che impongono lo spegnimento della vettura in attesa del passaggio dei convogli ferroviari) e che il treno costa 8 euro al chilometro per vettura, una cifra quattro volte superiore al costo dell’autobus che arriverebbe quindi a due euro. La soluzione quindi sarebbe uno studio di fattibilità per un trasporto su gomma ma questo presuppone una serie di problemi.

Obliteratrice sulla Bologna-Vignola (Photocredit Salviamo Gigetto, Sì alla ferrovia Modena-Sassuolo)
Obliteratrice sulla Bologna-Vignola (Photocredit Salviamo Gigetto, Sì alla ferrovia Modena-Sassuolo)

LA DIFESA DEI PENDOLARI – Un autobus di linea contiene 52 posti, il treno invece 250. Ciò significa che ci vorrebbero cinque autobus per riempire un convoglio. La testimonianza raccolta poi dalla Gazzetta di Modena relativa ai passeggeri della corsa delle 7.09 dimostra che di 200 persone, 148 ne resterebbero a terra. Con il risultato che molti dovrebbero prendere l’auto o per andare a lavoro o per accompagnare i figli a scuola, intasando il traffico locale già abbastanza sostenuto, come sottolineato dagli iscritti alla pagina Facebook «Salviamo Gigetto, Sì alla ferrovia Modena-Sassuolo». Ma anche per loro i problemi sono tanti e di difficile soluzione. Si perché la situazione è complicata anche per gli utenti che ritengono il servizio non adeguato.

IL PROGETTO DEL 2013 – Il Comune di Modena il 13 novembre 2013 ha fatto sapere che nei primi mesi del 2014 sarebbe stato presentato un piano per ri-ammodernare la linea per superare le difficoltà esistenti caratterizzate da una forte presenza residenziale, dal posizionamento delle fermate e dalla scarsa qualità del materiale rotabile. Il nodo della questione, comunque, è legato alla realizzazione di sottopassi che consentano di superare la linea nel rispetto di situazioni come quella di Formigine che risulta tagliata in due a causa dell’evoluzione degli insediamenti in questa località negli ultimi anni. Le parole di Giacobazzi sul costo della Ferrovia, quattro volte superiore a quello degli autobus, rafforzano quella che è l’idea che venne diffusa nel comunicato in questione:

Lo studio valuterà diverse ipotesi tipologiche di trasporto delle persone, da quelle che salvaguardano il più possibile gli investimenti già effettuati a quelle, più radicali, di valorizzazione del “corridoio” occupato dall’attuale linea ferroviaria. Per ogni ipotesi verrà stimato il costo complessivo della trasformazione ipotizzata, i tempi previsti per l’attuazione, i costi di gestione e l’impatto sul servizio e sulle interferenze urbane.

I 60 MILIONI DEL 2009 – In soldoni, l’idea di chiudere la linea ferroviaria è compatibile con la scelta di poter risparmiare il più possibile. E dire che, come ricorda il rappresentante per Sassuolo di Alleanza per l’Italia, Maria Cristina Vandelli, «Nel 2009 fu siglato un accordo tra Regione e Comuni che prevedeva l’investimento di 60 milioni di euro per l’ammodernamento della tratta Modena-Sassuolo. Si parlava addirittura di una corsa ogni 15 minuti, oggi si parla di cancellazione del servizio nonostante politici – di destra e di sinistra – da anni parlano di rafforzamento del trasporto pubblico». Nello specifico, come riporta mobilità Emilia-Romagna, di questi soldi 16,3 milioni sarebbero stati a carico della Regione.

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I LAVORI PREVISTI – Cinque anni fa si pensava di migliorare la linea garantendo una maggiore sicurezza, un ammodernamento diffuso e la riduzione dei tempi d’attesa con un cadenzamento di 15 minuti nelle ore di punta. Nel documento si prevedeva l’eliminazione di 12 passaggi a livello e l’introduzione di due nuovi treni, oltre all’attivazione della fermata a richiesta di Fornaci ed interventi d’accesso alla nuova stazione di Baggiovara-Bertola. Di tutto questo a quanto pare ci è rimasto poco o niente. O meglio, si pensa di sopprimere il servizio perché non più profittevole. Per un attimo torniamo a parlare della scelta di sostituire il treno con il pullman. Questo grafico, tratto dalla pagina Facebook «Salviamo Gigetto, Sì alla ferrovia Modena-Sassuolo», mostra l’affluenza in un giorno qualsiasi dell’anno, il 13 novembre 2013

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2500 PASSEGGERI AL GIORNO – Se è vero che da Modena a Sassuolo ha viaggiato meno gente, appare evidente che nel senso contrario il treno appariva ben frequentato. Anzi, solo in 9 casi su 21 sarebbe stato possibile sostituire il treno con l’autobus. Non solo, su 21 corse quotidiane con il pullman si avrebbero 1092 posti, una capacità insufficiente per sostenere la domanda. Non solo. Come riporta Pendolaria 2013, l’analisi condotta da Legambiente sull’uso delle reti regionali da parte dei pendolari, emerge come il numero medio di passeggeri della Modena-Sassuolo sia stato nel 2012 di 2508 al giorno, con un aumento del 14 per cento rispetto al 2011. Numeri importanti che non fanno altro che denunciare quella che è la situazione.

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