Il MoVimento 5 Stelle e la storia dei portaborse in Sicilia

Ventinove assunti, tra i quali 17 dipendenti contrattualizzati tra novembre e dicembre. Sul MoVimento 5 Stelle siciliano sono piovute le accuse dell’ex grillino Antonio Venturino, che si è vendicato contro i suoi ex colleghi, con tanto di polemica sui portaborse. Il vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, espulso lo scorso maggio perché accusato di non volere versare la parte dell’indennità eccedente ai 2.500 euro (così come stabilisce il regolamento del M5S), ha polemizzato sulla questione dei contratti all’Ars: «Quando si fa le verginelle della politica, occorre intanto avere la coscienza pulita. Al loro seguito ci sono più portaborse che deputati» afferma Venturino. La replica è arrivata dal portavoce del M5S e capogruppo all’Ars, Giancarlo Cancelleri, che ha respinto gli attacchi: «Noi siamo gli unici a essere trasparenti. Tutto è pubblicato on line. Gli altri gruppi parlamentari tengono nascosto il numero di portaborse contrattualizzati», ha spiegato. Sul sito del M5S isolano lo staff è stato aggiornato, con i curricula dei 29 dipendenti, tra addetti stampa, addetti alla comunicazione, personale che si occupa di materie “legislative”.

Movimento 5 Stelle portaborse Sicilia 2

 ANTONIO VENTURINO E GLI ATTACCHI AL M5S SICILIA SUI CONTRATTI ALL’ARS – Bersaglio in passato delle polemiche dei pentestellati siciliani, Venturino ha approfittato dello scandalo scoppiato all’Ars sugli assistenti personali dei parlamentari assunti con contratto di colf, per attaccare il gruppo dei 5 Stelle (che si era difeso dal blog di Grillo, dichiarandosi estraneo alla questione, ndr). «Con quali soldi vengono pagati i nuovi collaboratori del gruppo dei Cinquestelle?», ha denunciato il vice-presidente dell’Ars. Così come spiega LiveSicilia, con «i soldi dei portaborse».  Come hanno fatto altri partiti, i Cinque Stelle hanno usufruito, come gli altri gruppi, di una «finestra» alla legge sulla spending review. Una deroga che confermava e garantiva un contributo di 3.180 euro a deputato per i contratti di collaborazione, se questi erano posti in essere entro il 31 dicembre. In pratica, da quanto anche all’Ars è diventato effettivo il decreto Monti, ai “deputati” (così vengono chiamati in Sicilia i consiglieri regionali) non è più consentito assumere personale esterno attraverso contratti a scadenza di mandato. Le assunzioni erano diventate a carico degli stessi deputati, che avevano l’obbligo di rendicontare ogni spesa, con la possibilità di ottenere un massimo di 3.180 euro.

IL VINCOLO DEL 31 DICEMBRE – Tutto però è cambiato il primo gennaio 2014. Da quella data, sempre in base al decreto Monti, il contributo è stato eliminato. Ma è stata prevista un’eccezione. Venivano “salvati” i contratti stipulati entro la fine dell’anno. Chi non aveva assunto nessuno, avrebbe perso la possibilità di accedere al contributo di circa tre mila euro mensili, mentre gli altri avrebbero continuato a beneficiarne. Per questo, i gruppi all’Ars, compresi i 5 Stelle, si sono premurati di mettere sotto contratto nuovo personale. I 5 Stelle hanno replicato, spiegando che i soldi venivano utilizzati per pagare personale utilizzato da tutto il gruppo. Non dai singoli deputati. Tempo fa la possibilità di usare il fondo per i portaborse, in modo da assumere nuovo personale, era stato chiesto ai militanti on line, sempre puntualizzando che i dipendenti sarebbero serviti all’intero gruppo. Nello stesso sito, aggiornato con i 29 curricula dei dipendenti sotto contratto, si precisa come «per svolgere al meglio le attività» fosse stato creato uno «staff Parlamentare, composto da attivisti e professionisti», selezioni in base a fiducia, titoli e competenze. Giancarlo Cancelleri, per evitare polemiche, ha spiegato come nessuno avesse «contratti da collaboratore domestico», ma come per tutti fosse stato previsto «un co.co.pro da 1.400 euro lordi al mese. E sono tutti avvocati».

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In realtà, spiega LiveSicilia, non proprio tutti sono laureati. Dal punto di vista formale restano comunque portaborse, in base a quanto previsto dal decreto Monti recepito. Ma Cancelleri ha ribadito come il loro lavoro sia a vantaggio di tutto il gruppo. Ciò nonostante, se si considera quella che il capogruppo considera soltanto una formalità, dovuta a quanto previsto dalla spending review, in media i 14 deputati pentastellati avrebbero due dipendenti a testa. «Il gruppo di Palazzo dei Normanni con più dipendenti in assoluto», spiega il quotidiano on line. Al tempo stesso, l’unico ad avere reso pubblici nomi e curricula, in modo trasparente.

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