Lo strano caso delle Iene che «rinnegano» Stamina

23/12/2013 di Alberto Sofia

Con decine di servizi hanno promosso un “metodo” più volte bocciato dalla comunità scientifica. Da tempo anche sotto osservazione dalla Procura di Torino, con il pm Raffaele Guariniello che ha ipotizzato nella vicenda Stamina il reato di associazione a delinquere, finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, nonché alla truffa. Eppure Le Iene, più volte accusate di parzialità – anche dagli utenti in rete – hanno tentato di difendersi dalle accuse di aver di fatto sponsorizzato la campagna di Davide Vannoni. Spacciando per “miracolosi” gli effetti” delle infusioni (nelle quali, secondo il vecchio comitato scientifico e per i Nas, mancherebbero le stesse staminali, ndr) con presunte “prove televisive” a favore dell’efficacia del metodo Vannoni. Mai dimostrata. Per Davide Parenti, autore della trasmissione, non ci sarebbe però stato alcun schieramento a favore: «C’è una sola parola per descrivere quello che noi abbiamo fatto: abbiamo raccontato. E racconteremo ancora molto su questa vicenda, che è intricata e contraddittoria», ha spiegato. Eppure, non pochi in rete hanno spiegato come non sempre – o quasi mai – la Iene abbiano davvero raccontato la vicenda in modo “giornalistico” e imparziale.

sofia stamina

STAMINA: QUANDO LE IENE NON «HANNO RACCONTATO» – Se durante la ventina di servizi dedicati dalla trasmissione Le Iene e dall’inviato Giulio Golia più volte sono state mostrate soltanto determinate storie, comprese immagini strazianti dei malati che rivendicavano il diritto di potersi curare “in libertà”, ben poco spazio è stato invece dedicato alle voci dissonanti o critiche del “metodo Stamina”. Né alle decine di famiglie che hanno denunciato Davide Vannoni alla Procura di Torino: in base alle ultime indiscrezioni, il numero sarebbe cresciuto, toccando la quota di 70 pazienti, come si spiega sulla Stampa. Sono le persone che spiegano di essere stata raggirate dal fondatore di Stamina, per decine di migliaia di euro. Già dopo le rivelazioni della Stampa sui verbali dei Nas e sul giudizio del vecchio comitato scientifico – considerato però non imparziale dal Tar del Lazio, ndr – non pochi utenti avevano attaccato la trasmissione, considerata “colpevole” di aver dato visibilità al “metodo” controverso, oltre che accusata di voler speculare  sulle speranze di tante famiglie di disperati.

Stamina Davide Vannoni

 

LA DIFESA DI DAVIDE PARENTI – Sulla Stampa Parenti ha tentato di difendere il programma:  «Attenzione, noi non abbiamo mai detto che la cura funziona. Abbiamo visto, rendendone testimonianza, che manda dei segnali. Sono dei condizionamenti psicologici, dei placebo, sono quello che vuole lei. Ma ci sono. Basta guardare le cartelle cliniche». Quelle stesse che, come ha spiegato anche il medico chirurgo Salvo Di Grazia nel suo blog, in realtà non hanno mai mostrato alcun miglioramento.Su MedBunker più volte ha tentato di far luce sulla “presunta cura”, «segreta, mai sperimentata, senza nemmeno uno studio sugli effetti e l’innocuità o una statistica scientificamente attendibile». Attaccando le stesse considerazioni e ricostruzioni presentate al pubblico dalle Iene. Lo scorso novembre, quando furono mostrate in un servizio le “cartelle cliniche” di due bambini curati agli Spedali Civici di Brescia, Di Grazia sbugiardò la trasmissione. Se Le Iene avevano mostrato quei documenti come prova certa dei miglioramenti dovuti alle infusioni di Vannoni, accusando anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin di mentire, su MedBunker si leggeva:

«Il punto non è se da quelle cartelle si evinca qualcosa “pro” o “contro” la presunta cura “Stamina”, il punto è che non è possibile dare un giudizio medico leggendo di sfuggita poche righe, con evidenziato ciò che vuole chi le mostra ed estrapolate da un contesto clinico che è fondamentale ai fini del giudizio. Non solo: si tratta di documentazione relativa a due pazienti sottoposti alle cure bresciane. Ammettiamo la migliore delle ipotesi: quei due pazienti sarebbero migliorati, ma di quanto? Hanno avuto problemi? Quei miglioramenti sono costanti nel tempo? E quanti miglioramenti ci sono stati nel totale dei curati? Non si sa, i video delle Iene non ce lo dicono (e non lo dice nemmeno il “patron” di Stamina”), non sappiamo neanche se il presunto miglioramento sia “fondamentale” o se resti una soddisfazione psicologica che non toglie nulla al decorso della malattia».

Eppure per Parenti Golia si è limitato a “raccontare”. Quando in realtà nei numerosi servizi si continuava a dedicare pochissimo spazio alle perplessità e alle prove scientifiche contro il sistema Stamina, puntando invece a catturare l’opinione pubblica facendo leva sulla sfera sentimentale ed emozionale. Altro che “racconti” imparziali. Non poche sono state le omissioni e i silenzi, come hanno ribadito una serie di giornalisti scientifici e scienziati (Silvia BencivelliMarco CattaneoSalvo Di GraziaAlice PaceAntonio Scalari ed Emanuele Menietti) attraverso la pubblicazione di dieci domande rivolte alla stessa trasmissione. «Perché nei suoi servizi Le Iene ci ha mostrato alcuni piccoli pazienti in cura con il metodo Stamina. E mai, dopo otto mesi, sono state coinvolte le altre persone che Vannoni dice di aver curato negli ultimi anni, chiedendo loro di mostrare i benefici?», si chiedevano. Ma non solo: non si mancava di sottolineare come Le Iene non avessero mai sentito la necessità di dare voce anche a quei genitori che non avevano chiesto il trattamento Stamina. Così come mai sono stati ascoltati critici, scettici, le famiglie e i pazienti che hanno denunciato lo stesso fondatore di Stamina alla Procura di Torino:

Stamina Le Iene

Quesiti rimasti senza risposta.  E che dimostrano come Le Iene non si siano limitate a “raccontare”, come si è difeso Davide Parenti, autore della trasmissione.

(foto di copertina: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

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