Dalila Nesci: la deputata a 5 Stelle denunciata per diffamazione

I sindacati di polizia Siulp e Sap denunciano la deputata Dalila Nesci (M5S) per una frase da loro ritenuta diffamatoria pronunciata ieri alla Camera. “Siamo – dicono Felice Romano e Nicola Tanzi, segretari generali rispettivamente di Siulp e Sap – uomini di Stato che hanno giurato fedelta’ alla Repubblica e alle Istituzioni per servirle, onorarle e rispettarle. Per questo non possiamo accettare, anche quando a proferirle e’ un deputato della Repubblica come l’onorevole Dalila Nesci, frasi diffamatorie che mettono in dubbio il nostro giuramento di fedelta’ e di rispetto alle Istituzioni”.

DALILA NESCI DENUNCIATA PER DIFFAMAZIONE – Ieri la deputata e’ intervenuta in Aula parlando di pressioni esercitate da Siulp e Sap nei confronti degli onorevoli Fiano e Rosato del Pd per far esprimere loro un voto contrario all’ emendamento presentato dal Movimento Cinque Stelle sullo scorrimento della graduatoria del concorso da vice sovrintendente di polizia.

LA STORIA DEL MAXICONCORSO – “Affermare che il maxi concorso l’hanno voluto Siulp e Sap e che gli stessi abbiano esercitato pressioni sui parlamentari del Pd – sostengono Romano e Tanzi – oltre ad essere falso, offende, diffamandola, la nostra dignita’ di onesti e leali servitori dello Stato. Il maxi concorso, per il quale il Consiglio di Stato ha dato l’ok affinche’ fosse bandito, anche perche’ comporta un risparmio di circa 10 milioni di euro, a differenza da quanto affermato in modo infondato dall’onorevole Nesci, e’ stato voluto dal Dipartimento della P.S. quale strumento per colmare, nel giro di tre, quattro anni al massimo, i vuoti di organico presenti nel ruolo dei Sovrintendenti, proprio per dare maggiore impulso alla lotta alla criminalita'”.

LA DIFFAMAZIONE DELL’ONOREVOLE NESCI – “Denunceremo l’onorevole Nesci – proseguono i segretari – per le parole con cui ha diffamato il Siulp e il Sap, sperando che la ‘cittadina’, ritenendosi, come piu’ volte affermato in dichiarazioni di principio, il ‘nuovo che avanza’, rinunci alle proprie tutele di parlamentare e venga in aula a dimostrare le gravi accuse e l’infamia rivolte ai due maggiori sindacati della Polizia di Stato, che da soli rappresentano la maggioranza del personale sindacalizzato”. (ANSA)

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