Siria: gli effetti della strage con il gas nervino in un video?

Decine di cadaveri in fila, comprese donne e molti bambini, distesi per terra. A prima vista, senza riportare segnali di arma da fuoco. Sono immagini e filmati scioccanti quelle diffuse dalla Associated Press e poi pubblicate dal New York Times sul possibile attacco con armi chimiche condotto del regime di Bashar al Assad contro i ribelli, in una serie di città rurali ad est della capitale, Damasco. Un intervento nel quale sarebbe stato utilizzato gas nervino e che avrebbe causato, secondo quanto hanno denunciato gli attivisti anti-governativi, migliaia di morti. Sui numeri però non c’è ancora chiarezza: come riporta la versione inglese di Alarabiya, almeno 1300 sarebbero state le vittime dell’attacco nella regione siriana di Ghouta, come ha spiegato il leader dell’opposizione George Sabra. Al contario, il governo di Bashar al Assad ha negato l’attacco al gas nervino, sottolineando come si tratti di “notizie infondate, diffuse soltanto per interrompere il lavoro degli esperti dell’Onu”. I funzionari delle Nazioni Unite si trovano nel territorio siriano proprio con l’obiettivo di indagare sulle precedenti segnalazioni di attacchi con armi chimiche, compresa quella denunciata da alcuni giornalisti di Le Monde nel maggio scorso.

SIRIA ARMI CHIMICHE 4

NUOVA STRAGE IN SIRIA: USATE ARMI CHIMICHE? – Dopo l’attacco condotto dalle forze governative, l’opposizione siriana ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: “Chiediamo di verificare il massacro”, ha spiegato il leader Ahmed al-Jarbe della Coalizione Nazionale, che ha condannato il bombardamento dell’esercito siriano nella periferia di Ghouta. Sulle cifre resta ancora incertezza: se il capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani – l’ong legata ai ribelli, con sede a Londra – Rami Abdul-Rahman, denunciava oltre 40 morti, è stata Al-Arabiya a fornire da subito un bilancio molto più pesante: 1188 vittime, almeno secondo quando aveva dichiarato il portavoce dell’Esercito siriano libero. Ma soprattutto sono state le armi utilizzate nell’attacco a scatenare le polemiche. Gli attivisti anti-Assad hanno denunciato l’uso di gas nervino, nonostante il regime neghi e parli di notizie prive di fondamento. Sul New York Times si spiega come quello condotto nelle città ad est di Damasco – sono stati colpiti i sobborghi di Ghouta, Ain Tarma, Zamalka e Jobar potrebbe essere l’attacco singolo più pesante da quando è iniziata la guerra civile, due anni fa.

++ Attenzione: immagini e filmati molto forti ++

REAZIONI INTERNAZIONALI – Se gli Stati Uniti hanno spiegato di avere “forti indicazioni” che sembrano confermare le accuse di utilizzo di armi chimiche contro i ribelli, l’intelligence americana ha spiegato di aver avviato una valutazione formale del nuovo incidente. “Dobbiamo effettuare alcune verifiche per capire quali misure è necessario prendere”, ha spiegato un funzionario al Wall Street Journal, evidenziando come gli Usa sia ancora in una fase di raccolta delle prove. “Non c’è ancora certezza su quanto accaduto”, si legge.

Se la Lega Araba ha subito inviato i suoi ispettori per capire se le accuse dei ribelli sull’uso di gas nervino siano fondate, al lavoro è anche lo stesso Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Come ha chiarito l’inviata argentina Maria Cristina Perceval, l’Onu “è alla ricerca di chiarezza, studiando i rapporti che suggeriscono che le forze del regime siriano abbiano ucciso 1.300 persone con armi chimiche”. L’Onu ha per ora espresso forte preoccupazione su quanto avvenuto e il Consiglio è stato convocato d’urgenza nella serata di ieri a New York. Al contrario, la Russia – alleata del presidente siriano Assad – si è mostrata scettica in merito alle accuse dei ribelli sull’utilizzo di gas nervino ad est di Damasco.  Accuse che erano state nel frattempo smentite dallo stesso regime, che aveva parlato di “notizie false”, diffuse con lo scopo di disturbare e influenzare il lavoro degli ispettori Onu presenti nel Paese. Anche per la Russia il rischio sarebbe quello di una “provocazione” e di una “manipolazione mediatica” da parte delle opposizioni. Nonostante lo scetticismo, anche Mosca ha dato il suo assenso al Consiglio di sicurezza, alla richiesta di accertamenti “imparziali”.

COSA POTREBBE ESSERE STATO USATO – Secondo il New York Times, anche se non è stato possibile stabilire in modo chiaro la veridicità delle accuse di ribelli e governo, i filmati diffusi attraverso YouTube rappresentano una prova visiva che chiarisce come un gran numero di civili siano stati uccisi mercoledì scorso, comprese donne, bambini ed anziani. “Resta ancora da capire in che modo siano morti: se erano vittime di un agente chimico convenzionale, come il sarin, o se la loro morte potrebbe essere stata causata dall’uso di un agente più debole in uno spazio ristretto”, si legge.

Diversi i filmati pubblicati: tra questi, c’è quello diffuso da alcuni attivisti della città di Erbeen , che mostra una stanza piena di decine di corpi coperti da lenzuola e coperte. Il cameraman ha spiegato come ci siano stati oltre 40 morti nella sala, compresi un certo numero di ragazzi e di donne. Non è la prima volta che gli attivisti denunciano l’utilizzo di agenti chimici: già in passato, in particolare nello scorso maggio, i ribelli accusarono il regime di usare gas contro il popolo siriano. Proprio per questo motivo i funzionari Onu sono stati inviati in Siria, prima che il governo portasse avanti il nuovo attacco.

 

 

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