Non ha tutti i torti Nicola Zingaretti quando sostiene che la sinistra debba ritrovare la stessa unità mostrata (almeno all’apparenza e certificata dai risultati elettorali) dalla destra italiana. Quel che manca nel discorso del segretario del Partito Democratico è, però, la consecutio tempore di quel che Lega e Fratelli d’Italia (e solo in piccola parte Forza Italia) ha fatto negli ultimi anni: mantenere un contatto (seppur a volte fittizio) con la piazza. Solo dopo aver ripristinato quel che era in origine, infatti, si potranno realizzare manifestazioni come quella andata in scena a Roma lo scorso 19 ottobre.
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«Credo si sia sottovalutato troppo quello che è avvenuto a piazza San Giovanni, a destra, dove forze politiche pur in ascesa hanno deciso di unirsi e combattere insieme – ha detto Nicola Zingaretti nella sua intervista rilasciata questa mattina a Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital condotta da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto -. Se si ritrovasse questo spirito già cambierebbe le cose». Una verità che, però, dovrebbe rappresentare il punto finale e non un punto di partenza.
Il lavoro fatto negli ultimi anni dalla destra italiana, con Lega e Fratelli d’Italia, è stato certosino e tattico: sentire le persone, stare in mezzo a loro e alle loro paure. Il tutto è stato poi abilmente trasformato in un atteggiamento politico che ha il sapore del realismo sempre meno politico e molto più sociale. La manifestazione di piazza San Giovanni, infatti, è stato solo il tassello finale di un lungo percorso costruito negli anni.
Quella strada su cui la sinistra italiana (con il Pd in testa, troppe volte schierato verso il centro) si è persa. Da anni, infatti, le lotte sociali tipiche di un’ideologia di sinistra sono state soppiantate da un atteggiamento che il volgo ha definito da radical chic. Un comportamento che, a differenza di quanto fatto da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ha innalzato una sorta di muro che ha messo le distanze tra la politica e la gente. Non si tratta di mero populismo, ma di attenzione alle esigenze dei cittadini a cui andava spiegato cosa è giusto e cosa no, impedendo una deriva dell’odio cavalcata ad arte sfruttando le paure di chi si è sentito abbandonato, risvegliando amari istinti nostalgici tenuti a bada ma sempre pronti ad aprire gli occhi e rialzare la testa.
(foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)