All’indomani dell’anniversario del 25 aprile, Vittorio Feltri decide di attaccare la sinistra che, secondo lui, ha ucciso il senso delle celebrazioni per la Liberazione per via della caccia continua a quel fantasma del passato chiamato fascismo. Come spesso gli capita, non usa mezzi termini per definire le ‘battaglie’ portate avanti da quelli che lui chiama «antifascisti di maniera» e spiega che proprio tutto questo porterà a una nuova vittoria schiacciante di Matteo Salvini alle prossime elezioni europee del 26 maggio. E non solo.
«Complimenti agli antifascisti di maniera, da osteria e da centri sociali che sono stati in grado di trasformare il 25 aprile in una buffonata irresistibilmente comica – esordisce Vittorio Feltri nel suo editoriale del 26 aprile -. Non mi riferisco solo a quanto accaduto a Milano: in tutta Italia la festa della Liberazione dal duce e dei suoi manipoli è stata un’occasione volgare per denigrare Salvini, facendolo passare pubblicamente come un pericoloso gerarca».
Per il direttore di Libero si è trattato di un’operazione organizzata da una sinistra che, ormai, è incapace di leggere la realtà dei fatti e la definisce come «stolta e buona a nulla». Secondo Vittorio Feltri la campagna mossa contro Matteo Salvini, è oltretutto sbagliata e non fa altro che far crescere i suoi consensi all’interno dell’elettorato italiano che mostra sempre più fiducia, leggendo i sondaggi, nel leader della Lega.
«Lui interpreta il sentimento della gente, che non è certo fascista, ignorando completamente la tradizione ducesca, lo spirito che animava le camice nere e la sua paccottaglia ideologica», spiega Vittorio Feltri. Poi l’attacco finale: «La storia del fascismo è stata tragica, mentre quella degli antifascisti sfiora il ridicolo, specialmente ora che gli squadristi, quanto i partigiani, sono sepolti al cimitero ed è impresa velleitaria tentare di farli risorgere nella speranza vana di riempire le piazze e svuotare le urne piene di voti di Matteo».
(foto di copertina: ANSA/PAOLO MAGNI)