Negli ultimi giorni si è molto dibattuto, in particolar modo sui social, del perché non si sia proceduto con il vietare manifestazioni negazionisti, come le due andate in scena sabato pomeriggio a Roma. Da una parte i gilet arancioni (e altri movimenti di estrema destra) davanti alla Bocca della Verità; dall’altra la cosiddetta ‘Marcia della Liberazione’ a piazza San Giovanni. In piena pandemia, con il ritorno a precauzioni e limitazioni, in molti si erano interrogati sui permessi concessi (le manifestazioni possono avvenire solo dopo aver ricevuto un’autorizzazione dal Viminale e dalle prefetture) sabato scorso nella capitale. La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, non usa mezzi termini per spiegare perché tutto questo sia avvenuto.
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«Sì, si sarebbe potuto procedere con il divieto per queste manifestazioni, ma probabilmente sarebbe scesi lo stesso in piazza e, magari, avrebbero creato scontri con la polizia – ha detto Sandra Zampa nel suo intervento a ‘L’Italia s’è desta’, in onda su Radio Cusano Campus -. Ritengo sia più giusto che le persone vedano la stupidità e l’assurdità di questi movimenti che oggi sono contro le misure decise per contenere l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, ma sono anche contro i vaccini».
La sottosegretaria alla Salute, nel corso del suo intervento radiofonico, ha sottolineato anche come il web sia pieno zeppo di teorie del complotto e cospirazioniste che non hanno alcuna evidenza. Ma, nonostante alcune follie che si leggono sui social e che girano tra le chat, nulla trova conferme nella vita reale. Insomma, il virtuale – e tutto quello che ne consegue – batte la realtà, come spesso accade quando ci si trova di fronte a palesi ed eclatanti fake news e bufale a cui, però, molti utenti credono. Ed è lì che il virtuale diventa reale e scende nelle piazze, fomentato da notizie non vere e fuorvianti.
(foto di copertina: da video Giornalettismo)